Protesta sulla strada incompiuta di Monte Pino dopo il crollo che causò 3 vittime

Monte Pino

Organizzato un sit-in sulla strada di Monte Pino il 18 novembre.

In occasione dell’anniversario dell’alluvione, il 18 novembre, verrà organizzato un sit-in di protesta contro i lavori incompiuti del ponte di Monte Pino. Dalle 10 alle 14, i membri del Comitato, insieme ai sindaci della zona e, per la prima volta, i rappresentanti dei maggiori sindacati, bloccheranno l’incrocio della strada provinciale 38 in località La Maccia Manna.

“Le vittime sono state dimenticate e anche noi, utenti ancora vivi, siamo stati dimenticati”. La presidente del Comitato Strada Monte Pino, Giuseppina Pasella, ha continuato a lottare ogni giorno affinché la strada provinciale 38, che collega Olbia con l’Alta Gallura e il tratto di Monte Pino crollato durante il passaggio del ciclone Cleopatra, venisse riparato e riaperto al transito. Ad oggi, un’intera zona è isolata, con la sua principale arteria stradale chiusa. Sono passati dieci anni da quel 18 novembre del 2013, quando si verificò l’alluvione che causò il crollo della strada e la morte di tre persone: Bruno Fiore, sua moglie Sebastiana Brundu e sua suocera Maria Loriga. Un’altra persona, Veronica Gelsomino, sopravvisse miracolosamente al crollo del ponte. In occasione dell’anniversario dell’alluvione, verrà organizzato un sit-in di protesta e commemorazione.

Dalle 10 alle 14, i membri del Comitato, insieme ai sindaci della zona e, per la prima volta, i rappresentanti dei maggiori sindacati, bloccheranno l’incrocio della strada provinciale 38 in località La Maccia Manna. “Tra qualche mese, l’Anas terminerà i lavori e la strada provinciale 38 a Monte Pino sarà un altro progetto incompiuto” afferma Pasella. “La ex Provincia Olbia Tempio, che dovrebbe occuparsi di una parte dei lavori, non ha neanche effettuato i carotaggi. La somma totale disponibile è di dieci milioni e duecentomila euro, che non sono stati ancora spesi. Vogliamo che la gente sappia in che condizioni ci troviamo dopo dieci anni, con attività commerciali chiuse e un territorio disagiato e diviso”.

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