Blocco del porto di Olbia, camionisti insultati dai colleghi: “Questa non è libertà”

Ancora tensioni al porto di Olbia.

Insultati e anche pesantemente. I camionisti che ieri hanno scelto di deciso di abbandonare il blocco al porto di Olbia, denunciano un clima di tensione. A parlare è Pietrina Manchia, titolare con il marito dell’azienda Mario Contini di Olbia, che ha 4 autotrasportatori.

“Ieri noi abbiamo deciso di uscire dal blocco, dopo 5 giorni che abbiamo dormito al porto – racconta – e questo soltanto perché noi stavamo trasportando prodotti di panificazione e rischiavamo che andasse tutto a male, nonostante abbiamo dovuto tenerlo refrigerato. Mio marito ieri era là ed è stato scortato dalla polizia per poter andare via e consegnare la merce. Insulti, minacce, anche gravi. E’ giusto che venga raccontata anche un’altra storia, ovvero, che non è libera scelta di tutti quella di partecipare allo sciopero”.

“Sciopero che riteniamo giusto perché anche noi abbiamo subito i rincari del gasolio – spiega -, ma non nella modalità in cui si sta svolgendo. Non possiamo permetterci uno stop che vada oltre quel tempo stabilito. Così come noi i tanti che si trovano ancora bloccati al porto di Olbia e tutti quelli che hanno dovuto chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Abbiamo saputo di persone che sono state rimandate indietro dalle ditte perché i loro prodotti si sono tutti rovinati e non glieli hanno accettati. Addetti che trasportavano anche carne e prodotti di pesca. Manifestanti che bloccavano gli imbarchi e che si buttavano sotto i camion per fermarli. Questa è una cosa che danneggia tutti”.

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