L’autore del raid nella chiesa ortodossa di Olbia ha chiesto scusa.
Si è presentato dal parroco con la speranza di recuperare il proprio telefono cellulare, ma così facendo ha finito per ammettere le proprie responsabilità riguardo a un episodio che aveva già allertato le Forze dell’Ordine. È quanto accaduto nella serata di domenica 8 giugno a Olbia, quando un uomo, autore di un atto vandalico compiuto nella chiesetta di Santa Croce, si è rivolto direttamente a don Gianni Satta, parroco della vicina chiesa di San Paolo, nel tentativo di riavere il dispositivo che aveva inavvertitamente lasciato sul luogo del gesto.
Il fatto, avvenuto nella notte tra sabato 7 e domenica 8 giugno, aveva suscitato sconcerto nel centro storico della città. L’uomo, dopo aver forzato l’ingresso dell’edificio religioso, aveva danneggiato un’immagine sacra raffigurante Cristo e un candelabro, per poi allontanarsi frettolosamente. Tuttavia, nella fuga aveva dimenticato proprio il telefono cellulare, elemento che si è rivelato determinante per risalire alla sua identità.
La chiesetta, situata accanto alla parrocchia di San Paolo e da tempo affidata alla comunità ortodossa russa, è stata trovata parzialmente devastata. I carabinieri, già informati dell’accaduto da don Satta, avevano avviato le indagini sin dalle prime ore successive al fatto. Ora, con l’ammissione spontanea dell’uomo, la vicenda potrebbe spostarsi ufficialmente sul piano giudiziario, con un probabile seguito nella caserma. La comunità, intanto, resta turbata da un gesto che ha colpito non solo un luogo di culto, ma anche il sentimento di rispetto condiviso verso ogni spazio sacro.