Reddito di cittadinanza senza averne diritto, oltre 150 persone nei guai in tutta la Sardegna

L’operazione della Guardia di finanza.

Maxi operazione della Guardia di Finanza con un controllo mirato in tutta la Sardegna su molti beneficiari del Reddito di Cittadinanza, scoprendo 158 persone che non ne avevano diritto.

Il diritto al reddito subisce una contrazione al verificarsi di alcune circostanze che non ne legittimano più la concessione. Uno dei casi previsti è quello relativo ai soggetti detenuti presso le case di detenzione per il tempo dell’effettiva custodia. Partendo da qui, i finanzieri hanno verificato le posizioni dei soggetti risultati, dal marzo 2019, aver scontato un periodo di carcerazione all’interno di una delle dieci strutture presenti nel territorio sardo. Dal controllo è emerso che 158 soggetti hanno indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza.

Con riguardo alle posizioni dei soggetti transitati nella casa circondariale di Uta, l’esame di quanti tra i predetti detenuti ed i loro familiari hanno richiesto ed ottenuto il Reddito di Cittadinanza, ha portato complessivamente ad individuare 84 posizioni irregolari.

Nel dettaglio, sono 40 i soggetti che, durante il periodo di permanenza carceraria, sono risultati direttamente richiedenti e destinatari della pubblica provvidenza. Le restanti 44 posizioni hanno riguardato i familiari dei detenuti: gli stessi, omettendo di indicare nelle domande di richiesta del Reddito di Cittadinanza la condizione detentiva del membro del proprio nucleo familiare, riuscivano a far rientrare la propria posizione reddituale all’interno dei canoni previsti per la corresponsione del beneficio.

Le posizioni invece dei soggetti transitati per la detenzione presso le case circondariale di Isili, Arbus, “Is Arenas”, Nuoro, “Badu’ e Carros”, Onani , “Lodè Mamone”, Lanusei, “San Daniele”, Sassari-Bancali “Giovanni Bachiddu”, Alghero, “G.Tomasiello”, Tempio Pausania “P.Pittalis”, Oristano “Salvatore Soro” ha portato all’emersione di 74 posizioni irregolari, di cui 26 direttamente riconducibili a soggetti sottoposti a custodia cautelare in carcere.

Le restanti 48 posizioni hanno riguardato i familiari dei detenuti, i quali hanno falsamente prodotto o evitato di effettuare variazioni del proprio stato di famigli all’Inps per continuare a beneficiare del sussidio: 34 hanno indicato la presenza nel nucleo familiare del congiunto detenuto, mentre 14 hanno omesso di comunicare l’avvenuta carcerazione di un componente familiare

Nel novero dei detenuti indebiti percettori figurano, soggetti sottoposti a misura detentiva, sia cautelare che come pena, per i reati che vanno dal traffico di sostanze stupefacenti all’omicidio, dalla rapina alla violenza sessuali, e persino casi di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tutti i soggetti individuati sono stati segnalati all’Inps per il recupero dell’indebito beneficio di cui 92 anche denunciati all’autorità giudiziaria poiché diretti firmatari della domanda di corresponsione del beneficio. L’importo complessivo delle somme indebitamente conseguite, a seguito del calcolo eseguito dalle Fiamme Gialle, ammonta a 548.112 euro.

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