Dai rifiuti organici della Gallura nascerà il biometano, il progetto del Cipnes

Il Cipnes Gallura punta a produrre biometano a Santu Spiritu

di Carolina Bastiani

Il progetto del Cipnes Gallura che prevede la produzione di biometano dai rifiuti organici a Santu Spiritu sarà realtà. Nel 2024, infatti, a Olbia inizieranno i lavori per il biodigestore, dopo l’ottenimento dei finanziamenti del Pnrr e degli incentivi del Gse. Il progetto, oltre che con le richieste delle associazioni ambientaliste come Legambiente, Wwf e Greenpeace, è in linea con gli obiettivi dell’UE, impegnata nella conquista della neutralità climatica entro il 2050. In questa fase di transizione verso le rinnovabili, il biometano è ritenuto determinante per la produzione di energia elettrica e calore. Il progetto per la città di Olbia, dunque, si inserisce in questo contesto.

Come spiegato dal Cipnes, il sistema di trasformazione dal rifiuto al gas contribuisce alla produzione di energia all’interno di un modello circolare. Circolarità che verrà realizzata anche attraverso il processo di compostaggio. Contemporaneamente al biodigestore, infatti, verrà realizzato anche un altro progetto del Cipnes: il revamping dell’impianto di compostaggio. Si produrrà un compost di alta qualità che, utilizzato nei terreni agricoli, andrà a chiudere in modo sostenibile il ciclo dei rifiuti organici. Inoltre, l’impianto non emetterà esalazioni odorose.

I Comuni interessati

I lavori di costruzione del biodigestore verranno effettuati su un’area di quattro ettari nella zona di Spiritu Santu e avranno un costo di 20 milioni. L’impianto tratterà la materia organica dei Comuni di Olbia, Arzachena, Berchidda, Budoni, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Padru e San Teodoro. Stando ai dati forniti dal Cipnes, esso permetterà di convertire i rifiuti FORSU, VERDE e SOA provenienti da attività agricole, agroindustriali, urbane e zootecniche. Per alimentarlo serviranno circa 110 tonnellate al giorno di materia organica, che in estate potranno diventare 150-160, per un totale di circa 40mila tonnellate all’anno. La distribuzione del biometano prodotto partirà dal 2026 e, inizialmente, servirà solo le abitazioni di Olbia, oggi unica città metanizzata della Sardegna.

Tuttavia, è prevista una produzione di tre milioni di metri cubi l’anno con un surplus del 40% sul fabbisogno attuale della città. Un’eccedenza che in futuro potrebbe essere utilizzata anche dalle aziende del distretto produttivo consortile. Così da rendere l’area industriale una delle prime in Italia ad essere alimentata con questo tipo di energia. Il Cipnes, inoltre, informa che il biodigestore e il progetto di revamping avranno un impatto anche sull’occupazione, perché genereranno venti posti di lavoro, di cui dieci altamente qualificati. Questo significa che molti giovani ingegneri, ma non solo, avranno l’opportunità di lavorare a un progetto innovativo in Sardegna.

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