La guerra tocca anche Olbia, il dolore delle immigrate dall’Ucraina: “Abbiamo lì le nostre famiglie”

La paura delle donne ucraine immigrate in Gallura.

Quello che si è temuto purtroppo è successo: la Russia ha invaso l’Ucraina. Questa notte forti esplosioni si sono percepite a Kiev e in diverse città del paese. Sono ore di preoccupazione, ma a vivere ancora più tragicamente quella che è una vera e propria dichiarazione di guerra è chi ha lasciato là i propri affetti.

Sono le immigrate che oggi vivono a Olbia e in Gallura, partite dall’Ucraina per costruirsi un futuro migliore. Ma là hanno parenti, figli, genitori e amici sotto i bombardamenti. E’ a Olbia una delle comunità più grandi di residenti di origine ucraina, corrispondente a circa 300 persone, prevalentemente donne, ovvero quasi il 3% della popolazione.

Tra loro c’è anche Nadia Slipak, madre di Wassyl, cantante lirico famoso in tutto il mondo che perse la vita nel 2016, a soli 41 anni, trucidato da un cecchino russo. “Mi è rimasto soltanto un figlio – dice tra le lacrime la 78enne, che abita a Olbia da 20 anni -, un medico che vive a Kiev e che ora si è chiuso in cantina dopo l’attacco di stanotte. Questa è una disgrazia, non posso perdere anche lui. Ho perso mio marito da un anno per il covid e grazie ai miei amici connazionali che vivono qui sto andando avanti e purtroppo sono anche in condizioni di salute precaria”.

“Sono molto preoccupata – afferma Katia Kizlo, 45 anni e artista che, dopo un lungo periodo a Olbia ora vive a Berchidda da 8 anni -. Ho paura per i miei parenti, vivono a Leopoli. Per fortuna loro stanno bene, ma ho paura perché è una città importante di quasi un milione di abitanti, con un aeroporto e c’è anche la fabbrica di carri armati, quindi temo che sarà attaccata. Stamattina hanno avvertito pure loro le sirene di avviso. Oggi a Leopoli non hanno parto le scuole, mi ha avvisato mio figlio che fa l’insegnante”.

Il 20 febbraio scorso un gruppo di donne ucraine hanno manifestato sotto il palazzo del Comune di Olbia. Una delle organizzatrici è Vira Mrykalo, che vive in città da 22 anni dove fa la badante. “Stamattina mia sorella che vive nel mio paese – racconta -, mi ha mandato il video dove il nostro presidente dichiarava che siamo in stato di guerra. Siamo a pezzi e preoccupati. Noi abbiamo fatto una manifestazione pacifica perché non siamo per la violenza. Ho paura perché ho un solo figlio di 29 anni, che vive in Ucraina, con la moglie e i figli. Tempo fa gli avevo proposto di venire qui, da me, ma mi aveva detto che non vuole scappare. Lui si sente in dovere di difendere la sua famiglia e la nostra terra, come tanti giovani. Anche mia mamma, che ha 72 anni aveva detto che se sarà necessario, andrà anche lei a combattere”.

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