Villa irregolare a Liscia di Vacca, sono arrivate due condanne

villa liscia di vacca

Villa a Liscia di Vacca costruita ex novo: a processo sette persone tra tecnici comunali, progettisti e committenti.

La ricostruzione di una villa a Liscia di Vacca, in una delle zone più esclusive del territorio, ha dato origine a un procedimento penale che ha coinvolto sette persone. Tra queste, funzionari comunali e rappresentanti di imprese private. I fatti risalgono a diversi anni fa, quando l’abbattimento di un fabbricato preesistente ha lasciato spazio, secondo l’accusa, a un nuovo immobile. Realizzato – secondo l’accusa – con modifiche alla sagoma, spostamenti rispetto ai confini originari e ampliamenti non autorizzati.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i lavori sarebbero stati eseguiti in assenza del permesso di costruire e del nulla osta paesaggistico. L’intervento edilizio ha attirato l’attenzione di una residente d’eccezione, Margherita Fuchs von Marnstein, presidente della Birra Forst e Cavaliere del Lavoro, che ha formalizzato una denuncia dopo aver notato anomalie nell’edificazione in corso vicino alla propria abitazione.

Il Comune di Arzachena, dopo alcune verifiche, aveva certificato la regolarità degli interventi, ma per la Procura i documenti presentavano gravi criticità. Le contestazioni hanno riguardato ipotesi di abuso edilizio, falso ideologico. Per uno degli indagati, anche abuso d’ufficio per non aver impedito il completamento dei lavori ritenuti abusivi.

Gli imputati erano: due istruttori comunali e il dirigente dell’Ufficio urbanistico. Inoltre, rappresentanti della società Glada Real Estate, committente del progetto, il direttore dei lavori e il rappresentante legale dell’impresa esecutrice.

Alla conclusione del processo, celebrato dinanzi al tribunale di Tempio Pausania, il giudice ha disposto due condanne per falso ideologico nei confronti di due funzionari comunali, condannati ciascuno a sei mesi. Per il dirigente comunale, l’accusa di abuso d’ufficio è stata dichiarata insussistente in virtù dell’abrogazione dell’articolo 323 del codice penale avvenuta con la riforma Nordio. Per gli altri imputati è intervenuta la prescrizione del reato.

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