Così la Gallura dice no alla violenza sulle donne, gli eventi della giornata: “Denunciate i soprusi”

La violenza contro le donne.

Si moltiplicano le iniziative in Gallura durante la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, per denunciare e sensibilizzare contro un fenomeno in aumento, che coinvolge anche donne giovanissime. L‘ultimo caso a Tempio, dove una ragazza di soli 18 anni ha denunciato le persecuzioni del suo ex.

Le iniziative in Gallura.

Numerose le manifestazioni in Gallura contro la violenza sulle donne. A Santa Teresa è stata inaugurata oggi la Panchina Rossa in piazza Villamarina. Iniziative simili, nei giorni scorsi, sono state organizzate anche in altri paesi del territorio, come a Tempio e a Loiri, che hanno inaugurato le loro panchine. Tanti gli altri eventi di sensibilizzazione legati alla ricorrenza. A La Maddalena, alle 17,30, nell’atrio del municipio, il gruppo teatrale L’incantesimo c’è stato un evento di sensibilizzazione, in collaborazione con Emergency. A Olbia il 23 novembre le associazioni Fidapa BPW Italy (sezione di Olbia) e Prospettiva Donna Centro antiviolenza hanno organizzato un convegno al Museo sulla drammatica situazione vissuta dalle donne afghane, con la voce dell’attivista Farzana, che ha raccontato le discriminazioni di genere sotto i talebani. Questo pomeriggio, la scalinata della basilica di San Simplicio, si è riempita di scarpette rosse. La rappresentazione è stata organizzata dagli studenti della scuola media Armando Diaz.

Cosa fare se si è vittime di violenza.

Denunciare una violenza è spesso molto complicato e richiede molti anni. Questo perché le donne sopravvissute provano sentimenti di colpa, vergogna o troppo spesso sottovalutano gli episodi. O non hanno sostegno da parte dei conoscenti o della rete familiare. La violenza contro le donne non è soltanto quella che coinvolge la sfera fisica o sessuale, spesso quella psicologica è più insidiosa, invisibile e difficile da denunciare.

E’ sempre violenza quella che si manifesta in forma indiretta, attraverso comportamenti irrispettosi, come non considerare il partner, ricattare, sottovalutare, disprezzare, fraintendere volutamente, colpevolizzarla, minacciarla o isolarla, attraverso comportamenti di gelosia o di manipolazione. Quella fisica e sessuale si attua attraverso comportamenti che violano il consenso o per mezzo di percosse. Esiste anche un altro tipo di violenza, ovvero quella economica, che si manifesta attraverso il controllo dei mezzi finanziari della vittima, spesso anche impedendole di andare a lavorare.

La prima cosa da fare quando si è vittime di violenza è chiedere aiuto. Gli uomini violenti spesso reiterano il reato, che spesso si manifesta in un’escalation sempre più aggressiva. In Sardegna come in Gallura sono presenti i centri antiviolenza, dei presidi di libertà molto utili per uscire dalla spirale. “Nel numero nazionale 1522 – dichiara la presidente dell’associazione Prospettiva Donna, Patrizia Desole -, sono inseriti i centri antiviolenza riconosciuti dal Ministero delle Pari Opportunità, in una mappatura nazionale e le donne vengono messe in contatto con il più vicino”. A Olbia è presente da anni il centro antiviolenza Prospettiva Donna, che supporta le sopravvissute alla violenza maschile. Tante sono le farmacie anche a Olbia che si sono attivate per richiedere la “mascherina 1522”, iniziativa che serve a denunciare le violenze quando in condizioni di pericolo, dando loro informazioni su come denunciare o ottenere sostegno.

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