Forte Carlo Felice, nuova vita per la struttura realizzata nel 1808 a La Maddalena

Intervento da 660mila euro al Forte Carlo Felice di La Maddalena

Mercoledì 24 gennaio alla Scuola sottufficiali della Marina Militare di La Maddalena sarà presentato il restauro del Forte Carlo Felice. Il Ministero della Cultura ha individuato il tema dei beni abbandonati come strategico a livello nazionale già nel 2019 avviando una campagna di censimento. La rete delle informazioni acquisite ha condotto alla scelta di un caso studio: il Forte Carlo Felice a La Maddalena. Rientra appieno negli obiettivi in quanto attualmente privo di uso. Ma essendo interna al complesso della Scuola della Marina Militare ha un potenziale alto ai fini della fruizione e una reale aspettativa e possibilità di cicli di manutenzione.

Il progetto è uno dei 5 finanziati a livello nazionale nel 2022. Si è partiti da una concertazione con l’ente proprietario (il demanio militare) e il Comune. Per l’esecuzione dell’intervento è arrivato un accordo tra il Ministero della Cultura Soprintendenza ABAP di Sassari e Nuoro, il Ministero della Difesa – Direzione dei lavori e del Demanio del Segretariato Generale della Difesa/DNA, Direzione Genio Militare per la Marina – Cagliari e la Scuola Sottufficiali della Marina Militare – La Maddalena.

L’intervento prevede un importo complessivo di 660.078 euro nel quale il Ministero della Cultura concorre per 645.078 euro e il Ministero della Difesa per 15mila. La consegna dei lavori della ditta Luciano Sini S.r.l di Sassari è arrivata il 14 dicembre 2023.

La storia delle fortificazioni a La Maddalena

La nascita del Forte Carlo Felice arriva tra la fine del XVIII secolo e il primo decennio del XIX. È uno dei sette presidi nell’isola di La Maddalena e due nell’isoletta antistante di Santo Stefano. La progettazione risale al 1806 e la realizzazione al 1808. Il nome Carlo Felice, è dovuto al duca del Genevese (ducato di Ginevra), che qui governava, sotto la nomina del viceré di Sardegna, tra il 1800 e il 1806. È detto anche Forte Camicia o Camiciotto perché salvaguardava la rada di Porto Camicia. Al tempo il Nord Sardegna era minacciata spesso da contrabbandieri, Barbareschi e Francesi.

Terminata l’epoca del Regno d’Italia napoleonico l’Arcipelago divenne marginale per la difesa, e iniziò il suo decadimento. L’edificio ebbe un uso saltuario e negli anni Venti dell’Ottocento, divenne carcere per 60 prigionieri durante i tumulti contro il governo piemontese. Nel 1864, dopo il disarmo delle fortificazioni, venne venduto a privati. Alla fine dell’Ottocento, venne riacquisito dallo Stato italiano, all’indomani della sua costituzione. Durante la seconda guerra mondiale ebbe un ruolo strategico e fu adeguato architettonicamente e dotato di armamenti. Tornò ad essere poi nuovamente residenza, dal 1977 al 1983. Infine, tra il 1995 e il 1998, venne attuato un restauro di liberazione, per riportarlo alla prima conformazione. Cancellando tracce della sua storia e raggiungendo l’aspetto attuale.

Il bene domina una collinetta, dista circa 200 m lineari dall’ex Ospedale Militare ed è attualmente compreso nell’area della Scuola Sottufficiali della Marina Militare. È più imponente per la sua posizione e le soluzioni architettoniche adottate che per la sua ampiezza: non particolarmente esteso, si distingue per le ricercate finiture, nonostante sia realizzato con il granito, di complicata lavorabilità.

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