Solosophia, la giovane artista di Budoni si racconta tra “Luci a led” e l’album

Dopo il singolo Solosophia sta per lanciare il suo album

di Giovanna Tamponi

Solosophia sarà a breve su tutte le piattaforme musicali digitali con il suo nuovo album, preceduto dall’uscita, il 29 marzo scorso, del singolo “Luci a Led” , distribuito da Ada Music Italy e prodotto dalle sapienti mani di SirJoe e Daniele Vantaggio.

“Sono Solosophia”

“Mi chiamo Sophia Murgia, anzi no, sono SOLOSOPHIA”, così si presenta la giovanissima cantante originaria di Budoni, con un bellissimo sorriso e i suoi capelli colorati di un delicato colore viola.
Nonostante la sua giovane età anagrafica, Solosophia ha al suo attivo un grande bagaglio di esperienza e tanti riconoscimenti in campo musicale, da cui emergono la sua grande abilità vocale e la sua attenzione ai temi più sentiti dalla sua generazione. La sua recente vittoria al contest canoro “Roma Tre Canta” con il brano “Basta”, dedicato alla violenza sulle donne e agli stereotipi di genere, testimonia il suo impegno nella composizione musicale e nel racconto cantato dei temi cari ai giovani.

Si racconta con piacere, e le sue risposte fanno intravedere quanto tenga ad essere una persona genuina e quanta grande parte abbia la musica nella sua vita, dalle audiocassette di sua nonna alle prime esperienze sul palcoscenico “a sette anni, dopo la prima partecipazione ad un festival canoro regionale, arrivai sul podio e l’anno successivo chiesi di ripetere l’esperienza, questa volta accompagnata dalla band del festival… Fu questo il momento in cui sentii per la prima volta la carica e le vibrazioni della batteria, del basso, quella fitta al cuore che solo un assolo di chitarra può dare, fu un colpo di fulmine, non ho mai dubitato che cantare fosse la mia strada”.

La strada artistica di Solosophia è costellata di soddisfazioni: ha aperto il concerto di Alex Britti nel 2017, ha partecipato a “The voice of Italy” nel 2019 dove faceva parte del team di Guè Pequeno, aprendo anche il suo concerto nell’estate dello stesso anno, ha cantato con Elisa sulle note di “Eppure sentire” presso il Red Valley Arena di Olbia, facendosi sempre riconoscere per il suo timbro che trae ispirazione dall’ Rnb, dal Soul e dal Pop. Noi però non volevamo un elenco di successi – ce ne sarebbero tanti altri da citare – noi cercavamo la Solosophia interiore, e lei si è aperta ai suoi lettori con grande sincerità.

L’intervista a Sophia Murgia

Chi è Solosophia musicalmente?
“Solosophia è la proiezione di tutti i sacrifici e le ambizioni a cui non ho mai rinunciato, cresce con me ed è una realtà che ha tanto da dire e maniere di esprimersi differenti, che cercherò di mostrare volta per volta”

Sei molto giovane ma con le idee chiare, stai lavorando per la tua carriera futura, quando ti sei accorta che volevi scrivere e cantare?
“Ho sempre avuto le idee molto chiare, da bambina sono sempre stata appassionata anche di poesie, quando mi annoiavo c’erano tre vie: disegnare, scrivere poesie o cantare, diciamo che la musica mi ha permesso in un certo verso di perseguirle tutte! Nel 2019 in modo particolare ho sentito quasi il dovere di cominciare a mettere in musica i miei pensieri, così piano piano ho provato a sperimentare vari generi, non è stato un lavoro immediato trovare un’identità precisa, ma dopo i primi scogli la scrittura è diventata una dolce discesa”

Quanto è autobiografico il suo lavoro?
“Il mio lavoro in generale è in gran parte autobiografico, parto sempre da un fondo di verità nei concetti o nei temi delle mie canzoni e poi in base alle esigenze cerco di adattarne il contenuto. Mettersi a nudo nella scrittura mi rende molto vulnerabile, ma è ciò che fa la differenza tra un lavoro autentico e uno forzatamente costruito a tavolino, la linea è molto sottile, solo due tipi di persone si accorgono della differenza, chi scrive testi per lavoro e chi li ascolta con l’anima e lo spirito critico”.

Quanti brani contiene l’album che uscirà questo mese e quali sono i contenuti?
“L’album contiene 14 tracce, le tematiche sono varie, non sarà un concept album, poiché tratta argomenti differenti, possiamo dire che spazia molto poiché sentivo varie cose da dire, si passa dall’amore alla depressione, alla violenza sulle donne e alla guerra, temi purtroppo in parte molto attuali che sentivo la necessità di esorcizzare in qualche modo attraverso la mia musica”

Come nasce “Luci a led”? Hai scritto tu i testi?
“Ho sempre amato scrivere, incartare emozioni, parole e musica è il mio puzzle preferito. “Luci a Led” nasce, praticamente in una sera tramite la collaborazione con SirJoe e Daniele Vantaggio – ci unisce un po’ questa sorta di vampata effimera di euforia e creatività – con i quali ho imbastito anche il disco che uscirà a breve. Loro hanno curato l’aspetto della produzione e io mi sono dedicata al testo e alla melodia. Lavorare in digitale mi aiuta molto a rendere tangibili le idee nel minor tempo possibile e questo mi permette di dare vita ad ogni “attacco d’arte” che ne deriva. Il testo spesso viene di getto, tendo ad avere periodi in cui assorbo il mondo e le sue sfaccettature e periodi in cui ho bisogno di esorcizzare tutto ciò che ho assimilato tramite la musica e la scrittura”

Perchè il titolo “Luci a led”?
“Luci a Led” è una delle prime parole che istintivamente ho scritto nel testo e che si inseriva metricamente bene all’interno della parte musicale e ritmica, a livello concettuale mi piace l’idea di nominare la “luce” come un faro che ci possa guidare nella notte, una metafora della vita, ma che venga rappresentato tramite una sineddoche da un qualcosa di più semplice, che viviamo tutti i giorni, come le insegne a led in una grande città, senza le quali saremo al buio”

Hai già con un bel bagaglio musicale, rifaresti tutto oppure vorresti cambiare qualcosa?
“Rifarei da capo ogni passo, sono del parere che per quanto siamo liberi di arbitrare in questo mondo ci sia una via che in qualche modo siamo destinati a percorrere, dobbiamo solo scegliere con quale spirito farlo e quali scarpe indossare!”

Quale consiglio daresti ad un/a giovane artista che vuole intraprendere il percorso musicale?
“Il consiglio che mi sento di condividere è quello di non forzare le cose e di lasciarsi dei periodi per assimilare la vita, ma soprattutto di non avere la smania del successo, non bisogna abbassarsi a rincorrere situazioni che potrebbero portarci a screditare la nostra arte”.

Oggi Solosophia continua i suoi studi per la specializzazione dividendosi tra Roma e Olbia, e non rinuncia ai suoi progetti pur sapendo che comportano grandi sacrifici e rinunce. E mentre cresce l’attesa per l’uscita del nuovo album, il suo singolo “Luci a led” , che è già diventato parte della colonna sonora dell’action movie “Paradox Effect” – con Olga Kurylenko, Harvey Keitel e Oliver Trevena – ci prende e ci porta verso atmosfere e suggestioni raffinate, un po’ rock e un po’ psichedeliche, in un miscuglio di sonorità melodiche e delicatamente rarefatte.

Le luci a led, che ormai ci circondano, sono molto più di semplici fonti di illuminazione. Esse rappresentano la metafora stessa della vita, un faro che ci guida attraverso le tenebre, un pilastro di speranza e conforto nelle situazioni più difficili.
Corri corri corri
rincorriamo tutti i sogni sogni sogni
risaliamo tutti i fondi fondi fondi
siamo fatti di luci, di luci a led

Nella vita attraversiamo momenti di buio, tempeste che sembrano non finire mai. Ma è proprio grazie alla luce che possiamo trovare la forza di superarle. Le luci a led diventano quindi simbolo di amore per la vita, di speranza e di rinascita. “Luci a led” ci racconta che, per quanto possa essere difficile il nostro percorso, siamo noi stessi Luce, per illuminare il nostro cammino e quello degli altri e offrire nuove possibilità. Le difficoltà sono solo ostacoli da superare per divenire momenti di crescita e di rinascita. Siamo capaci di risplendere anche nei momenti più bui. Siamo Luce, e nulla può spegnere il nostro splendore.

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