Il marmo rosa della Gallura come il bianco di Carrara, ottiene il prestigioso riconoscimento internazionale

Il marmo rosa di Gallura.

Lo scorso 22 luglio la sottocommissione Heritage Stones dell’Iugs (The International Union of Geological Sciences), ha conferito il titolo di Global Heritage Stone Resource (Ghsr) al granito rosa della Sardegna. Commercialmente noto come Rosa Beta, il pregiato minerale viene estratto nell’alta Gallura. Il prezioso riconoscimento ha un valore particolare anche per l’economia del territorio nord isolano.

“Parliamo di un riconoscimento di elevata importanza culturale e scientifica. Il regolamento per le candidature infatti pone dei vincoli per l’assegnazione del titolo. Sono considerate candidabili quelle pietre che hanno un forte impatto nella storia, la cultura, l’architettura e l’arte oltre i confini di origine (estrazione) e sono attualmente in corso di estrazione”, spiega Nicola Careddu.

Lo studioso e docente al Dicaar (Dipartimento ingegneria civile, ambientale e architettura, Università di Cagliari) è stato il promotore dell’importanza del Rosa Beta: “Ho convinto i giudici senza particolari difficoltà. La pietra è stata utilizzata sin dalla protostoria (tombe dei giganti e nuraghi), in epoca romana e sino ai giorni nostri per il rivestimento e la pavimentazione di importanti edifici in tutto il mondo. La professoressa Silvana Grillo (Dipartimento scienze chimiche e geologiche) ha studiato la mineralogia e la petrografia del Rosa Beta, fornendo un importante contributo alla pubblicazione”.

Il marmo della Gallura brilla nei cinque continenti. “Attualmente sono ventidue le pietre che nel mondo hanno avuto questo riconoscimento. Il granito sardo Rosa Beta – spiega il professor Careddu – è la seconda pietra italiana ad avere avuto il titolo dopo il celeberrimo marmo di Carrara”. Lo studioso della facoltà di Ingegneria ha pubblicato “57 – Rosa Beta granite (Sardinian Pink Granite) a heritage stone of international significance from Italy”, lavoro che ha confermato e consolidato la reputazione del comparto e della scuola di Ingegneria dell’ateneo del capoluogo. Nicola Careddu si occupa di rocce ornamentali e in particolare, studia anche la parte relativa al geoheritage e alla geoetica.

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