5 per mille: cos’è e a quali organizzazioni è destinato?

Quando si riceve la Certificazione Unica, dal proprio datore di lavoro se si è dipendenti o dall’ente previdenziale se si è pensionati, oppure quando arriva il momento di effettuare la dichiarazione dei redditi, abbiamo la possibilità, in qualità di cittadini contribuenti, di decidere come destinare alcune quote dell’IRPEF netta che dobbiamo allo Stato.

Queste quote sono 3: l’8 per mille, il 2 per mille e il 5 per mille

Il 2×1000 è destinabile ai partiti politici, l’8×1000 alle istituzioni religiose o allo Stato e il 5×1000 agli enti che svolgono attività socialmente rilevanti.

Tutte e tre le scelte sono facoltative e non sono mutuamente esclusive.

Destinazione del 5 per 1000: i beneficiari

Tutti gli anni, prima che dell’invio della dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate pubblica sul suo portale ufficiale l’elenco di tutti gli enti destinatari del contributo 5 per mille ammessi in una o più categorie di beneficiari per l’anno finanziario in corso.

Fra i molti beneficiari si ricordano gli Enti iscritti nel RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore; gli Enti di ricerca sanitaria; gli Enti che si occupano della tutela, della promozione e della valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e molti altri ancora.

Tra i beneficiari vi è per esempio Medici Senza Frontiere (MSF), una ONG (Organizzazione umanitaria Non Governativa), con sede a Ginevra e fondata nel 1971, che fornisce soccorsi sanitari e assistenza alle persone in tutti quei luoghi in cui il diritto alla cura non è garantito. Il 5 per mille a MSF viene utilizzato per vari tipi di aiuto fra cui si ricordano principalmente chirurgia e medicina d’urgenza, cura della malnutrizione, gestione della salute materno-infantile e riproduttiva, assistenza sanitaria e psicologica e prevenzione e cura della malaria.

Scelta del 5 per 1000: come si effettua

Se si ha intenzione che una parte dell’imposta netta sui redditi delle persone fisiche che versiamo allo Stato sia destinata a uno specifico beneficiario, è sufficiente apporre la firma in uno dei 7 riquadri specifici che si trovano sui modelli usati per la dichiarazione dei redditi e indicare il codice fiscale dell’organizzazione a cui si vuole destinare il finanziamento. Per esempio, nel caso di MSF si indicherà il codice 97096120585.

Se non si appone alcuna firma, la quota rimane allo Stato, mentre se apponiamo la firma, ma non un codice fiscale, il nostro contributo sarà proporzionalmente ripartito fra i vari beneficiari della categoria indicata (per esempio Enti del Terzo Settore iscritti nel RUNTS ecc.).

Vale la pena precisare che il 5×1000 non è un onere aggiuntivo che va a sommarsi alle imposte dovute; è semplicemente una quota delle imposte versate che il contribuente ha la facoltà di destinare a una determinata organizzazione per finanziarla. In sostanza è un’indicazione che il cittadino dà allo Stato su come deve essere impiegata una parte delle tasse che ha versato. Lo stesso principio si applica al 2×1000 e all’8×1000.

Come conoscere la quota del 5 per 1000?

Se conosciamo l’importo dell’IRPEF netta dovuta allo Stato possiamo calcolare facilmente anche la quota del 5×1000; è infatti sufficiente moltiplicare l’IRPEF dovuta per 0,005.

Se, per esempio, per i redditi conseguiti nell’anno 2023 l’IRPEF dovuta è 2.000 euro, il 5 per mille corrisponde a 10 euro.

Questa quota non può essere portata in deduzione o in detrazione nella successiva dichiarazione dei redditi in quanto non è tecnicamente una donazione.

Se invece si decide di effettuare una donazione liberale a una determinata organizzazione per sostenerla nelle sue varie attività, si potrà portarla, entro determinati limiti stabiliti per legge, in detrazione o in deduzione nella dichiarazione dei redditi che sarà presentata l’anno successivo. Per poter usufruire del beneficio fiscale è necessario che il pagamento effettuato sia tracciabile.

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