I cinghiali di Spargi nell’occhio del ciclone dopo i fatti di cronaca.
L’episodio del cinghiale che ha ferito un bambino di 9 anni ai genitali il 18 agosto sull’isola di Spargi ha acceso un grande dibattito sulla pericolosità degli animali per l’uomo. Tempo fa un cinghiale dell’isola che accoglieva i turisti in barca scortandoli a nuoto, da buon padrone di casa, come si vede nel video di @in_sard_gid, aveva avuto il suo periodo di popolarità. Poi era sparito. Si dice che sia stato ucciso a causa di una aggressione ai danni di un turista. Che avrebbe trovato il modo di farsi giustizia da sé.
Non sarebbero gli unici casi in cui un cinghiale si sarebbe reso protagonista dell’aggressione ai danni di una persona nell’isola. E vista la gravità dell’episodio del 18 agosto, le autorità locali e gli enti preposti hanno deciso di prendere in mano la situazione. Valutando come gestirla, per garantire la sicurezza dei visitatori. Una delle ipotesi in discussione è l’abbattimento dei capi-branco sull’isola.
L’ipotesi dell’abbattimento dei cinghiali a Spargi ha però scatenato la reazione della Lega antivivisezione (Lav), che ha criticato duramente questa possibile scelta. L’associazione ha dichiarato che molti cittadini sui social si sono già espressi contro l’abbattimento, sottolineando che la responsabilità di questi incidenti vada cercata nell’interazione umana e non nei comportamenti degli animali. La LAV ha inoltre evidenziato che l’afflusso massiccio di turisti nell’isola durante l’estate ha invaso il territorio naturale dei cinghiali, abituandoli alla presenza dell’uomo e spingendoli a cercare cibo proprio dai visitatori. Secondo l’associazione, è necessario educare cittadini e turisti su come comportarsi nelle aree protette, evitando di dare cibo agli animali o di interagire con loro.
Inoltre, la carenza di risorse dovuta alla siccità ha spinto i cinghiali a cercare cibo e acqua più vicino agli insediamenti umani, aggravando la situazione. La LAV chiede l’adozione di soluzioni non cruente, ricordando che tutte le specie hanno il diritto di vivere e di cercare di sopravvivere. Infine, l’associazione si è resa disponibile a collaborare con le istituzioni per trovare soluzioni che favoriscano la convivenza tra uomo e animali sull’isola.