Le mamme di La Maddalena scrivono a Mattarella: “Salvi il nostro punto nascita”

La richiesta delle mamme al presidente Mattarella.

Dopo un anno dalla “battaglia dei pancioni” promossa e portata avanti dalle mamme della Maddalena, le ragazze isolane turbano alla ribalta in tutela del punto nascite di La Maddalena scrivendo direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La riforma sanitaria regionale che ha scatenato le reazioni e tantissime manifestazioni in varie città della Sardegna ha colpito pesantemente l’ospedale Paolo Merlo di La Maddalena con la sospensione del punto nascite.

La battaglia delle mamme è stata dura a tutti i livelli, locali e regionali sino ad arrivare alla ribalta nazionale. Nonostante ció il punto nascite è ancora sospeso e le mamme si rivolgono come ultima spiaggia al presidente della Repubblica con una lettera inviata al Quirinale.
“Illustrissimo Presidente Sergio Mattarella, siamo un gruppo di neo mamme che da oltre un anno combattono per difendere il punto nascite del proprio Presidio Ospedaliero il Paolo Merlo di La Maddalena che la riforma sanitaria Regionale vuole cancellare”, scrivono nella missiva.

“La nostra battaglia, denominata dai media locali e nazionali come “la battaglia dei pancioni”, purtroppo non è riuscita a far cambiare idea alla nostra classe politica e ad oggi il punto nascite del nostro ospedale è ancora sospeso. La nostra lotta non è motivata da un esasperato campanilismo, al contrario abbiamo provato in tutti i modi a far comprende che, la particolare condizione di doppia insularità dell’isola di La Maddalena comporta disagi raddoppiati rispetto ad altre città soprattutto per quanto riguarda il problema legato ai trasporti per poter raggiungere la terra ferma”.

La lettera prosegue analizzando le presunte criticità del punto nascita: “In ogni sede ci viene contestato che il nostro punto nascite non ha i numeri minimi di parti sufficienti per poter continuare la sua attività in sicurezza. Il nostro punto nascite opera dal 1970 e lo storico dei parti avvenuti nella nostra vittà dimostra che lo standard di sicurezza è nella media nazionale se non superiore. Altre realtà come la nostra, riconosciute come sede disagiata, hanno ottenuto una deroga come nel caso dell’isola d’Elba, Portogruaro e Barga; mentre noi ci siamo scontrate contro un muro politico di silenzi a tutti i livelli”.

Infine, l’appello: “Le scriviamo questa lettera sperando in un suo autorevole intervento perché riteniamo che il problema dell’ospedale sia una priorità per il nostro Paese. Con il dovuto rispetto istituzionale, porgiamo distinti saluti”.

 

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