Olbiese suicida in cella, indagato un medico

Per gli avvocati fu fatale la sospensione delle benzodiazepine.

Si tolse la vita in cella a Sassari in uno stato depressivo Giovanni Cherchi, olbiese originario di Orune. Secondo i legali della sua famiglia, l’uomo si sarebbe ucciso a causa di una visita medica non accurata.

Cherchi fu arrestato ad Olbia insieme al fratello per aver accoltellato il proprietario dello Snack bar di via Fausto Noce ad Olbia e fu imprigionato nel carcere di Tempio Pausania. Solo in un secondo momento fu traferito nella casa circondariale di Bancali, a Sassari.

E’ proprio qui che, secondo i legali Danilo Mattana e Francesco Lai, il medico che visitò il Cherchi, fece  l’errore che gli sarebbe costata la vita. L’uomo, infatti, avrebbe riferito al medico del carcere di Tempio di fare uso di alcol e sostanze stupefacenti e, per ovviare ai sintomi dell’astinenza, gli avrebbe prescritto una terapia a base di benzodiazepine.

Questi farmaci sono spesso usati per curare disturbi del sonno e stati agitativi gravi. All’arrivo al carcere di Bancali il medico che visitò il Cherchi sospese la suddetta cura e per questo, secondo gli avvocati, si sarebbe tolto la vita.

Secondo la Procura della Repubblica di Sassari ci sarebbe un nesso tra la sospensione delle benzodiazepine e la morte del detenuto. Per il sostituto procuratore Paolo Piras e il perito delle Procura, il medico sbagliò a sospendere la terapia. D’Agostino dovrà ora comparire davanti al giudice del Tribunale di Sassari per respingere l’accusa di omicidio colposo.

 

 

 

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