Un sacerdote di Olbia contro il maligno: “Così libero i nostri posseduti”

I casi seguiti da don Sini.

Un centinaio di casi risolti in Sardegna e trent’anni di pratica. È Don Gianni Sini, l’esorcista per incarico del vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias e autore del libro “In viaggio con l’esorcista. Le armi contro il Maligno” (2017). Don Gianni conosce benissimo i luoghi di incontro delle persone che praticano le messe nere in Gallura.

“Prima si riunivano nel vecchio cimitero di Cabu Abbas – ha detto l’esorcista di Olbia -, ora che è stato chiuso sono stati avvistati a Monte Pinu”. Non sono solo coetanei, i gruppi che si riuniscono per la sabba. “Durante il rito si comincia abiurando la fede e giurando fedeltà su Lucifero. Molte volte sottraggono gli oggetti sacri dalle chiese, come quelli dell’eucarestia, usandoli per fini satanici. I riti spesso si concludono con orge collettive”, ha detto il parroco.

Oggi affiliarsi ad un “gruppo satanista” è molto semplice.Tantissimi entrano in contatto con i social network ed esistono delle liste regolarmente registrate dai Tribunali. “In Italia non è reato aderire ad un culto satanico – ha detto Don Gianni -, ma lo diventa quando si coinvolgono minori, quando sono presenti violenze o quando si sottrae l’eucarestia o atti vandalici”. A interessare don Gianni sono i casi di possessione dal demonio. “Raramente un satanista si rivolge ad un esorcista, anche per timore di rappresaglie – ha raccontato l’esorcista di Olbia -. I casi di cui mi interesso sono le persone possedute”. È quindi semplice, secondo Don Gianni, individuare chi entra in contatto con il demonio partendo dai sintomi.

“Il posseduto presenta forte avversione verso i simboli del cristianesimo. Comincia a parlare e comprendere lingue che non ha mai studiato, usare bestemmie. Noi esorcisti abbiamo riscontrato individui che hanno una forza fisica superiore a quanto normalmente ha un individuo”, ha detto l’esorcista. C’è una collaborazione comunque con la psichiatria. “Per esempio, quando una persona si ritiene posseduta, ma ha invece una malattia psichiatrica, non possiamo ovviamente sostituirci alla medicina. Viceversa ci sono dei casi che la scienza non si sa spiegare e non può venir curato con terapie inutili e dannose”. È la preghiera alla base di un rito esorcistico. Le sedute non hanno un tempo stabilito, anche perché ci sono casi differenti.

“Molte volte bisogna ripetere la seduta settimanalmente, finché il demonio non abbandona il corpo – ha spiegato don Gianni -. Dico soltanto che solo chi ha un mandato dal vescovo può definirsi esorcista”. L’esorcista olbiese rassicura comunque che chi ha basi solide cristiane possiede una difesa dagli attacchi del demonio e dall’avvicinamento a culti del male.

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