Sanità, i consiglieri comunali denunciano la situazione dell’ospedale di Olbia

Febbre del Nilo

I consiglieri comunali sull’ospedale di Olbia.

I consiglieri di minoranza del Comune di Olbia hanno denunciato ancora la situazione dell’ospedale di Olbia. “Di che morte dobbiamo morire? Sindaco e Regione diano risposte immediate”, scrive l’opposizione in una nota.

La preoccupazione riguarda l’arrivo della stagione e la carenza del personale medico nel presidio del Giovanni Paolo II, ospedale di Olbia. Ieri, infatti, i consiglieri Ivana Russu, Maddalena Corda, Stefano Spada, Antonio Loriga, hanno manifestato davanti al pronto soccorso. “Il servizio sanitario olbiese non reggerà un’altra estate di fuoco e il carico della stagione appena cominciata rende ancora più evidente la drammatica situazione che da troppo tempo segnaliamo invano”, dicono.

“L’organico insufficiente all’ospedale di Olbia non permette di fare una programmazione né sul piano delle emergenze né tantomeno sul livello cronico – aggiungono – le liste d’attesa sono talmente lunghe da costringere i cittadini a spostarsi a Nuoro, Sassari o Cagliari, su infrastrutture viabili pericolose e inadatte. Oppure a rivolgersi al sistema privato. Olbia città sostenibile, vivibile: solo se si è in salute o si è disposti a pagare”.

“Lo scenario più preoccupante è il Pronto Soccorso – dichiara l’opposizione -. carenza cronica di medici, che si trovano a lavorare anche per due settimane senza giorno di riposo. Anche il primario è in malattia e il facente funzioni, pare dopo una sostituzione di quindici giorni, avrebbe abbandonato l’incarico. Gli infermieri: quattro per turno, che devono correre da una parte all’altra per assistere come possibile chi resta in attesa fino a 12, 13 ore. Gli OSS pur di garantire il servizio si trovano a fare praticamente i portantini, senza distinzioni di competenze”.

“Ambulatori chiusi, Guardie mediche turistiche non pervenute nonostante la scadenza del bando al 22 maggio”.

I consiglieri, come hanno messo in luce nello scorso Consiglio comunale, hanno detto di aver richiamato invano l’attenzione del sindaco Settimo Nizzi, affinché, in quanto massima autorità sanitaria, porti in Regione questo allarme. “Abbiamo chiesto mesi fa un Consiglio Comunale aperto, e neppure quello è servito ad attivare un percorso che porti a soluzioni immediate e condivise – spiegano . Tutto tace, ancora una volta”.

“Chi si assume la responsabilità della negazione del diritto alla salute? Vogliamo risposte, a tutti i livelli: l’assessora comunale ai servizi sociali, il sub-commissario provinciale, il presidente della conferenza sociosanitaria e l’assessore regionale non possono ignorare un’emergenza che evidentemente non è una priorità nell’agenda politica di chi governa il territorio”.

“La situazione negli ospedali limitrofi è la medesima, con una evidente e ulteriore ricaduta dei disagi sulla popolazione olbiese e gallurese – concludono – Ai cittadini è negato il diritto alla salute. Inaccettabile e vergognoso. Chiediamo con urgenza un tavolo permanente sulla sanità, con la mobilitazione dei sindaci del territorio. Le nostre vite valgono molto di più di una sosta infinita tra le corsie d’ospedale”. 

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