“Figli del patriarcato”. Le scuole di Olbia contro la violenza sulle donne

violenza OlbiaOLBIA - QUARTIERE SAN SIMPLICIO -

L’iniziativa contro la violenza sulle donne a Olbia.

“Non sono mostri, ma figli del patriarcato”. Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha cambiato profondamente il modo in cui la violenza delle donne viene percepita in Italia. Da questione privata o individuale diventa un problema di genere.

È la sorella della vittima, Elena Cecchettin, a portare ad un cambiamento, la giovane donna che nel dramma ha trovato la forza di manifestare tutta la rabbia e far cadere tutti i tabù radicati nel nostro Paese, secondo cui la violenza contro le donne, anche se se ne parla di più, resta comunque un affare individuale, che va arginato solo con buone leggi. Purtroppo almeno politicamente è ancora così, ma nel linguaggio mediatico e nell’opinione pubblica i tempi sembrano ormai maturi. Così il patriarcato, il vero artefice dei tanti abusi contro le donne, entra per la prima volta in televisione e anche nelle scuole.

È sull’onda di questo nuovo respiro e nuova consapevolezza che questa mattina i bambini della scuola secondaria di Armando Diaz hanno ripreso le parole di Elena e le hanno messe sulle gradinate della Basilica di San Simplicio. Da qualche anno gli studenti della scuola media di Olbia mettono in scena l’iniziativa delle scarpette rosse nella gradinata, contro la violenza sulle donne. Ma quest’anno ci sono anche le parole di Elena Cecchettin e di tutte le donne femministe che da anni hanno cercato di chiedere alla società civile di smettere di parlare di mostri, malati o di questioni che appartengono alla coppia. La violenza contro le donne è un problema culturale e finalmente ce ne siamo accorti tutti: c’è da fare di più, attraverso l’educazione nelle scuole e nelle famiglie.

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