“Negate a mio figlio le visite mediche ed il suo diritto allo studio”

La denuncia di una mamma di San Teodoro.

Gli strascichi del primo lockdown hanno creato diversi problemi a tutti i livelli. Una mamma di San Teodoro, Valeria, denuncia che il figlio non può ricevere l’assistenza dovuta e si sente abbandonata a se stessa.

”Mio figlio di 11 anni ha iniziato a settembre 2019 il percorso con i test da DSA, disturbi specifici dell’apprendimento, con la neuropsichiatra infantile dell’ospedale San Giovanni di Dio a Olbia, ricevendolo una volta al mese fino a gennaio. Da lì in poi, causa Covid, i colloqui con la neuropsichiatra infantile si sono interrotti e a noi non è stato rilasciato nessun certificato, nessuna dichiarazione in quanto i test non erano finiti”, racconta Valeria.

A settembre 2020, la mamma di San Teodoro cerca di rimettersi in contatto con il reparto di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Olbia per avere notizie sul da farsi, in quanto con l’imminente inizio della scuola il bambino avrebbe avuto bisogno dell’insegnante di sostegno che lo affiancasse.

”Dopo il lockdown non ho più avuto nessun contatto e nessuna notizia dalla neuropsichiatria infantile. Ho ricontattato il reparto chiamando ogni 2 giorni. Le poche volte che riuscivo a prendere la linea la risposta che ricevevo era che la dottoressa era in malattia o non poteva rispondere – prosegue Valeria -. Tutto ciò è andato avanti per un mese senza avere un appuntamento fissato e senza poter parlare con la neuropsichiatra infantile. Dopo l’ultima chiamata che sono riuscita a fare mi è stato detto che la dottoressa che seguiva mio figlio non esercitava più nè a Olbia né in zona. Il bambino non è stato riassegnato a nessun altro neuro psichiatra infantile e non riuscivano nemmeno a trovare il fascicolo del bambino”.

Una situazione assurda, senza che nessuno l’aiuti a capire cosa fare e come richiedere il sostegno per il figlio. ”Nessun medico è rintracciabile in nessun ambulatorio tramite telefonate e mail. Mio figlio si ritrova a scuola senza un insegnante di sostegno perché non avendo una diagnosi dalla Asl non gli viene riconosciuta la DSA e non può usufruire di nessun supporto ne all’interno ne all’esterno della scuola”, ribadisce Valeria.

L’allarme Covid ad oggi ha nuovamente rialzato la cresta, creando una catena di disagi. ”A mio figlio gli è stato negato il diritto all’assistenza sanitaria e scolastica. Ad oggi mi ritrovo ancora senza risposte e senza sostegno”, si dispera Valeria.

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