La droga nascosta sotto i pali della luce, i proventi da reinvestire: l’indagine sulla rete dello spaccio tra San Teodoro e Budoni

L’indagine dei carabinieri di San Teodoro.

L’indagine trae origine dal deferimento di un giovane della zona trovato in possesso di una considerevole quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana nel mese di gennaio 2019. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di smascherare la sua rete di contatti nelle cui maglie l’indagine ha trovato terreno fertile.

Sono 9 gli indagati (4 agli arresti domiciliari e 5 all’obbligo di dimora), ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e furti, a conclusione della complessa e articolata attività d’indagine da parte dei carabinieri della Tenenza di San Teodoro.

Le fruttuose, costanti e puntuali indagini svolte dai carabinieri sono consistite in una lunga e articolata attività di natura tecnica, confermata dagli esiti di sopralluoghi, perquisizioni e sequestri. I fatti accertati hanno portato alla contestazione in poco meno di 8 mesi di numerosissime condotte di cessione al dettaglio e di altrettanti acquisti “all’ingrosso” nonché tre furti di diversa indole con precise finalità criminali.

Il primo ai danni di un “concorrente” al fine di reperire un ingente quantitativo di stupefacente che quest’ultimo deteneva presso la sua abitazione e il secondo ai danni di un esercizio commerciale che consentiva a tre complici di impossessarsi di circa 4000 euro, somma che invece di essere equamente divisa diveniva il provento del terzo furto ad opera di due di loro che introdottisi nell’abitazione del terzo si impadronivano dell’intero ammontare da reinvestire nell’illecito traffico.

Il circuito economico e delinquenziale delineato dall’indagine, inoltre, ha mostrato come gli indagati si adoperavano al fine di eludere un’eventuale azione investigativa, mantenendo sia il riserbo tra loro stessi sia impartendo precise direttive ai clienti che spesso reperivano lo stupefacente acquistato in luoghi convenzionali, cespugli o pali della luce, senza avere il contatto diretto con lo spacciatore. È emerso inoltre come gli stessi proventi fossero destinati ad un investimento immediato in ulteriore sostanza stupefacente marijuana e cocaina così da alimentare un circuito in fervida espansione tale da raggiungere clienti “fidelizzati” che a distanza tra una stagione estiva e la seguente ricucivano il contatto.

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