Valle della Luna, gli hippie sgomberati: “Noi unici custodi, ora temiamo il turismo di massa”

Gli ultimi hippie sgomberati dalla Valle della Luna temono il turismo di massa

Da oltre mezzo secolo la Valle della Luna era un paradiso degli hippie, ora gli ultimi sono stati sgomberati e temono per quell’oasi. Su disposizione del Comune di Santa Teresa Gallura è scattato il maxi-blitz che ha allontanato i “residenti” da Cala Reale e dintorni. Da una parte si è parlato di abbandono di rifiuti e abusi, ma chi trovava rifugio tra scogli e macchia mediterranea ha un’altra chiave di lettura. Dietro lo sgombero di chi ha mantenuto intatta quell’area, secondo loro, si nasconde l’avanzata del turismo di massa.

Gli sgomberati scrivono una lunga lettera dopo le decisone prese dal Comune. “Quello che era rimasto uno dei pochi angoli di paradiso intatti di tutta la Sardegna (se non in Europa) rischia quindi di scomparire proprio in nome del «rispetto dell’ambiente la sicurezza»? Per chi vive e conosce la zona, sa quanto queste frasi suonino assurde: basti vedere quanto sia cambiata Santa Teresa Gallura nel tempo”.

I problemi con la raccolta dei rifiuti

“Parliamo infatti di un comune di 5.000 abitanti, quello di Santa Teresa, che in estate quadruplica la sua popolazione, mentre a fianco di tutto questo la Valle rimane nel tempo sempre uguale. Sempre magica, immobile nella sua bellezza antica. A mantenerla pulita erano proprio i suoi abitanti – più o meno permanenti – che, soprattutto nei periodi di sovrappopolazione estiva, si incaricavano di raccogliere e smaltire la spazzatura. Abbandonata dalla gente “di fuori”, quei turisti della domenica, appunto, che della Valle non si sono mai presi cura. È una beffa vedere che un certo tipo di informazione mainstream additi come nemici dell’ecosistema proprio coloro che ne erano custodi“.

La mancanza di dialogo col Comune

“A nulla sono valsi i tentativi di mediazione con gli enti locali per il supporto nello smaltimento dei rifiuti. Soprattutto nei mesi estivi, notoriamente più frequentati. Si può quindi considerare legittima un’operazione militare che poteva essere gestita diversamente, avviando magari un dialogo con gli stessi abitanti della Valle, che hanno sempre dimostrato di voler tenere aperti i canali di comunicazione? La mancanza di qualsiasi forma di preavviso rivela molto del rispetto della sindaca nei confronti di una comunità. Che ha garantito la fruibilità di uno spazio a costo zero. Potrebbe essere stata una decisione presa non «a cuor leggero». Eppure, alle persone allontanate non è stata offerta alcuna sistemazione alternativa, e non è ancora ben chiaro dove alloggeranno”

“Non solo hippie”

“Negli anni, la Valle è stata casa non solo per gli “hippie”, ma anche per viaggiatori, studenti, artisti, medici, avvocati, madri e padri di famiglia, pensionati. Che qui sceglievano di passare periodi più o meno lunghi, soprattutto nei mesi caldi, lontano dal modello imperante del turismo di massa e dalle routine cittadine. È un posto che permette di vivere emozioni intense e profonde, di riallacciarsi alle cose piccole e semplici della vita. In un’atmosfera di condivisione e socialità più unica che rara. Non resta da chiedersi a chi stessero dando veramente fastidio questi “hippie”. E quali siano i reali interessi celati dietro questa operazione, che sembra piuttosto iscriversi a una lunga serie di azioni volte unicamente all’incremento economico, alla turistificazione di massa con conseguente devastazione estetica e culturale della costa”.

I timori per il turismo di massa

“Lo sgombero è stato accompagnato da una campagna mediatica diffamatoria e affabulatoria. Che nasconde, piuttosto, il desiderio di creare delle condizioni utili alla gestione dell’area da parte di operatori turistici interessati al solito tornaconto economico. La Valle della Luna ricade su territori privati sottoposti a tutela (zona Sic) compresi all’interno dell’area marina protetta di Capo Testa-Punta Falcone. Secondo alcune indiscrezioni, la Octopus Società Cooperativa Sociale, impegnata in attività legate a concessioni balneari, dovrebbe gestire la zona per i prossimi cinque anni. Fornendo non meglio specificati “servizi di fruizione dell’area”, per la quale verrà istituito un biglietto di ingresso. Si tratta però di una zona dalle caratteristiche ambientali e naturalistiche di assoluta fragilità e unicità, dove il cemento e la frequentazione massiva non consapevole possono creare danni inquantificabili. Quello che sta succedendo alla Valle della Luna è lo specchio di quello che sta accadendo da molto tempo su tutte le coste italiane. E dovrebbe far riflettere sul tipo di turismo e di vita che vogliamo sostenere”.

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