Agnelli legati per le zampe e abbandonati in campagna, salvati dal Corpo forestale

Salvati nove agnelli legati e abbandonati

Non avevano possibilità di sopravvivenza ma il Corpo forestale ha salvato i nove agnelli, erano legati e abbandonati in campagna. L’intervento è scattato grazie alla segnalazione di un passante nelle campagne di Mogoro. Gli animali avevano tra una e due settimane di vita ed erano destinati a morte certa. Le zampette erano state legate con il nylon ed era nascosti tra la vegetazione. Facili prede di volpi o cani randagi. Li hanno trovati infreddoliti, ma ancora in buono stato di salute.

I soccorsi e il sequestro

Il personale del Servizio veterinario della Asl di Oristano suggeriva un immediato affidamento ad un’azienda zootecnica del settore. Gli animali venivano sottoposti a sequestro penale e dati in consegna giudiziaria ad un allevatore della zona per le prime cure. Dell’accaduto è stata immediatamente informata la Procura di Oristano con dettagliata informativa di reato. L’indagine degli uomini del Corpo forestale e di vigilanza ambientale proseguirà per individuare i responsabili. “Dagli accertamenti finora svolti appare chiaro che si tratta di un abbandono di animali provenienti da un allevamento di ovini – spiegano -. Con l’aggravante del maltrattamento dovuto all’utilizzo di tecniche cruente, poiché immobilizzare le zampe con lo spago per rendere gli agnelli facile preda di volpi o di cani randagi, causa una lenta agonia e grandi sofferenze all’animale che nel tentativo di liberarsi si procura profonde ferite”.

Pene severe

L’utilizzo di tali attrezzature è vietato sia dalla normativa vigente sul maltrattamento di animali sia da quella sulla tutela degli animali. “Ricordiamo infatti che chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni – spiegano -. Mentre chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 mila euro”.

Dopo aver sentito anche alcuni operatori del settore zootecnico, si ritiene che l’ipotesi più plausibile che ha portato a compiere il vile gesto sia da attribuire esclusivamente ad interessi economici. Con la soppressione dei piccoli, si risparmiano i costi per il loro allevamento e nel contempo si ottiene una maggiore produzione di latte che nell’annata corrente ha avuto un forte rialzo nel prezzo di mercato.

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