Alla scoperta dell’archeologia preistorica della Sardegna: un viaggio nell’antico passato dell’isola

L’archeologia preistorica della Sardegna.

La Sardegna, l’affascinante isola che sorge nel Mar Mediterraneo, è un luogo ricco di storia antica e di misteri che risalgono a migliaia di anni fa. L’archeologia preistorica della Sardegna ha catturato l’attenzione di molti studiosi e appassionati, poiché offre un’incredibile finestra sul passato remoto dell’isola e delle sue popolazioni.

Una delle caratteristiche distintive dell’archeologia preistorica della Sardegna è la presenza di straordinarie costruzioni megalitiche. I nuraghi, monumenti in pietra a forma di torre, sono tra i più famosi. Queste misteriose strutture risalgono a un periodo compreso tra il 1800 e il 500 a.C. e sono distribuite in tutto il territorio sardo. Si stima che ne esistano oltre 7.000, eppure molti aspetti sulla loro funzione e significato rimangono ancora sconosciuti. Alcuni studiosi ritengono che fossero usati come fortificazioni, mentre altri suggeriscono scopi religiosi o cerimoniali.

I primi insediamenti.

I primi insediamenti risalgono alla fine del Neolitico, intorno al 4000 a.C. Ma è durante l’Età del Bronzo (2200-900 a.C.) che la Sardegna conobbe un notevole sviluppo culturale. Furono costruiti i famosi nuraghi, le torri megalitiche che ancora oggi punteggiano il paesaggio dell’isola. Questi monumenti, costruiti con enormi blocchi di pietra sovrapposti, sono uno dei segni distintivi della Sardegna preistorica. Si stima che durante questo periodo siano stati eretti più di 7.000 nuraghi in tutta l’isola e tantissime altre costruzioni.

Tra queste, il cui significato e funzione rimane ancora un mistero intrigante, ci sono i giganti di Mont’e Prama. Si tratta di statue di pietra, alcune alte più di due metri, scoperte nel 1974, che rappresentano figure umane di dimensioni eccezionali. Realizzate nel periodo nuragico tra l’XI e il IX secolo a.C., le statue dei giganti presentano caratteristiche uniche e complesse, come armi, scudi e dettagli del vestiario.
Ma l’archeologia preistorica della Sardegna non si limita solo a questi, seppur affascinanti, misteri archeologici. L’isola ospita numerosi siti di interesse, come le tombe dei giganti, monumenti funerari collettivi che risalgono all’età del bronzo. Queste tombe sono caratterizzate da enormi lastre di pietra, alcune delle quali decorate con incisioni simboliche. Ancora una volta, la loro funzione e il loro scopo specifico sono oggetto di dibattito tra gli studiosi.

Uno dei siti archeologici più noti del periodo è la Grotta di Su Marmuri, situata nella regione del Sulcis, nel sud ovest dell’isola. Qui, gli scavi archeologici hanno rivelato una vasta gamma di manufatti, tra cui strumenti di pietra e ossa animali intagliate, che testimoniano l’abilità dei suoi antichi abitanti nel lavorare i materiali disponibili per sopravvivere.

Un altro sito di grande rilevanza è quello di Monte d’Accoddi, situato nel nord dell’isola. È una struttura megalitica che risale al Neolitico, caratterizzata da una piramide a gradoni. Le origini e la funzione di questa struttura rimangono ancora avvolte nel mistero, ma è chiaro che aveva una grande importanza per le comunità che vivevano in quest’area.

La Sardegna ospita anche una vasta gamma di dipinti rupestri, testimonianza di una ricca tradizione artistica preistorica. Siti come Su Coloru, Sa Ucca ‘e Su Tintirriolu e Tiscali sono noti, infatti, per i loro affascinanti disegni, che raffigurano animali, figure umane e simboli misteriosi. Queste pitture rupestri forniscono un’importante connessione con il passato e offrono indizi sulla vita e la cultura dei popoli preistorici dell’isola.

Gli oggetti dell’antichità.

Oltre ai monumenti e ai siti archeologici, gli oggetti trovati nelle tombe e nei siti preistorici forniscono ulteriori informazioni sulla vita quotidiana nell’antichità. Ma quali erano le abitudini e la vita quotidiana delle popolazioni della Sardegna dell’epoca? Grazie agli scavi archeologici e agli studi antropologici, gli archeologi hanno potuto ricostruire molti aspetti della società nuragica. Si pensa che fossero società agricole, che praticavano anche l’allevamento di bestiame e la pesca. Le loro abitazioni, costruite in pietra, erano organizzate intorno a cortili e aule rettangolari. L’arte nuragica, rappresentata da statue, ceramiche e oggetti decorativi, ci offre, infine, un’idea della loro espressività artistica e del loro culto religioso.

Nonostante gli sforzi degli archeologi e degli studiosi, molti dei misteri dell’archeologia preistorica della Sardegna rimangono, tuttavia, ancora senza risposta. La posizione geografica dell’isola e la sua complessa storia culturale rendono difficile decifrare, infatti, tutti i dettagli di questa antica civiltà. Tuttavia, è proprio questa mancanza di risposte definitive che continua ad alimentare l’interesse e l’entusiasmo per la ricerca archeologica nella regione.

Per questo l’archeologia preistorica della Sardegna ci ricorda che c’è un passato ancora da scoprire e che solo attraverso un costante impegno di studio e ricerca possiamo sperare di svelare i misteri che ancora si celano sotto la superficie dell’isola.

Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna – Assessorato al turismo, artigianato e commercio.

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