Calcio, la meravigliosa favola di Luca La Rosa

Le travolgenti emozioni del derby di Luca La Rosa.

Luca la Rosa (nella foto gentilmente concessa dall’Arzachena Calcio) è stato uno dei protagonisti indiscussi del clamoroso 3 a 0 con cui la sua Arzachena ha battuto l’Olbia nel primo storico derby della Gallura in Serie C. “Una serie di circostanze hanno fatto sì che si realizzasse la partita perfetta“. Parola di capitan Luca La Rosa, olbiese doc con incollata sulla pelle la maglia biancoverde. “Nella mia testa c’è solo l’Arzachena. Non vedo per me un futuro lontano da qui“. Una partita incancellabile per Luca: “Con la fascia di capitano, a casa mia, in un Nespoli gremito, davanti alla mia famiglia e a tanti amici che sono venuti a sostenermi” E poi al 13′ del secondo tempo quel calcio di punizione da antologia: “Da quella posizione in allenamento li tiro sempre io. Quest’anno è il primo che ci capita in campionato”. Palla piazzata con cura sull’erbetta calpestata tante volte con addosso i colori bianchi, breve rincorsa, interno destro morbido, la barriera scavalcata, la rete che si gonfia: Arzachena 3 – Olbia 0.

“Mi sono gelato. Il primo pensiero è andato a mia moglie che è in attesa del nostro secondo figlio. Poi l’abbraccio dei compagni mi ha travolto“. Una favola che è il sogno di un bambino olbiese: “Se da piccolo mi avessero chiesto che cosa mi sarebbe piaciuto fare da grande avrei risposto “fare un gol in un derby al Nespoli con la fascia di capitano“. Anche perchè. “Da bambino il mio sogno era giocare al Nespoli, mica a San Siro”. Luca La Rosa contro l’Olbia: “Ogni volta che accade mi sembra di vivere una situazione surreale“. Dopo il fischio d’inizio tuttavia tutto appare nella sua abbagliante realtà. “Abbiamo stravinto. Una superiorità assoluta“.  Un’impresa realizzata con energie inesauribili. “Tanta era la voglia di vincere che a fine gara non ero stanco”. Ma strafelice. “Questa partita è entrata nella storia: averla giocata e vinta in questa maniera mi dà una soddisfazione immensa”.

E adesso? “Sarà difficile metterla da parte, ma dobbiamo farlo. Ci aspettano due scontri diretti in trasferta con Cuneo e Prato. Non ci possiamo permettere di abbassare la guardia“. Quando chiudi il telefono ricordi di non aver chiesto nulla su quel numero 3 sulle spalle di capitan Luca La Rosa. Lo stesso numero che era impresso sulla maglia bianca di papà Giuseppe, volato troppo presto in cielo. E capisci che la favola di Luca è davvero meravigliosa.

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