Basket, Gianni Loi una vita con la palla a spicchi

La storia e i valori del tecnico della Santa Croce Olbia.

Gianni Loi, classe ’57,  è indiscutibilmente una delle anime della Santa Croce Basket Olbia per cui è ritornato da 6 anni a lavorare dopo averlo fatto agli inizi della sua carriera. Il basket lo ha rapito quando era ancora in fasce. “Non ho mai giocato a calcio”. Una foto scolastica in bianco e nero in cui tiene il pallone a spicchi ben stretto ne evidenzia la passione viscerale. “Mi è sempre piaciuto fare le squadre“. Nato ad Arborea, ma residente a Terralba, a 19 anni, appena diplomato, Gianni Loi vince il concorso per ispettore di zona dei Coltivatori Diretti: sede di lavoro Oristano.

Mi hanno dato una scrivania e l’obbligo della cravatta. Ho passato la settimana peggiore della mia vita”. Il basket è il suo mondo. “Anzichè andare al lavoro proseguivo con il treno sino a Cagliari per allenare“. Una sera al rientro a casa la domanda a bruciapelo della madre. “Perchè non sei andato in ufficio oggi?”. La confessione scioglie ogni dubbio. “Figlio mio, se sei sicuro che quella è la tua strada seguila”.

Ermanno Iaci, allenatore della nazionale giovanile e assistente di Giancarlo Primo in quella maggiore, lo vuole nel capoluogo dove fondano la Scuola Basket Cagliari. Gianni spicca il volo partecipando con successo a tutti i corsi per allenatore possibili e immaginabili. Consegue la tessera numero 33 di tecnico di  minibasket e arriva ad ottenere il patentino di allenatore nazionale.

“Ho fatto il corso assieme a Mike D’Antoni. Quando dissi a Sandro Gamba, presidente della commissione d’esame, che ero di Terralba mi chiese allibito dove si trovasse”. La prima panchina da head coach è alla Sulcispes Sant’Antioco in C. Poi porta la Gennargentu Nuoro in B e veste il gialloblù della Santa Croce in B prima di trainare l’Imprevir La Maddalena nella serie cadetta. Palmi, Potenza, Foggia (A femminile) tra le innumerevoli piazze che lo vedono protagonista. Con una passione interiore da coltivare immancabilmente. “In tutte le società in cui sono andato ho allenato gratuitamente il settore giovanile“.

Cosa è la pallacanestro per Gianni Loi? “Amore, lavoro e volontà“. Uno sport che lo fa sentire un privilegiato. “Sono una persona fortunata. Ho potuto svolgere il lavoro che amo”. Con una precisazione: “La mia vera passione non è allenare, ma insegnare“. Gianni Loi e la famiglia Da Tome:”Quando arrivai per la prima volta qua respirai subito il concetto di professionismo. Sarò loro per sempre grato della fiducia che mi diedero. Con loro c’è un rapporto che va molto aldilà del campo da basket”.

Quale il futuro della Santa Croce? “La società è a un bivio. Mantenere la sua importanza a livello provinciale oppure tendere ad essere un punto di riferimento regionale. Questo salto di qualità è già iniziato. Conosco la serietà e l’ambizione della famiglia Da Tome abituata comunque a fare sempre il passo lungo come la gamba”. E il futuro di Gianni Loi? “Il mio sogno è riuscire a creare un altro giocatore vero plasmandolo sin da piccolo”. L’ultimo pensiero è commovente: “Quando sarà il momento vorrei morire mentre sto insegnando la pallacanestro ai miei bambini“.

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