Calcio, Emiliano Masu difensore di gran classe

La tecnica e l’educazione dell’olbiese Masu.

Emiliano Masu ha scritto splendide pagine di calcio gallurese a cavallo dei due millenni. Piedi sopraffini, senso tattico e visione di gioco per un difensore moderno che faceva la differenza. “Sono figlio del calcio di strada“. Quello con le pietre al posto dei pali e qualche vetro delle case vicine in mille pezzi. “Il minor traffico dell’epoca ci consentiva partite interminabili. Il fischio finale arrivava quando le mamme ci chiamavano per la cena“. Esperienza fondamentale. “Era una vera e propria palestra. Quella che manca ai ragazzi di oggi”. A 12 anni Emiliano è già un pupillo di Pippo Serreri negli esordienti dell’Olbia: “Non era solo un allenatore, ma soprattutto un secondo papà. Ci insegnava regole comportamentali da cui non transigeva”. Il rispetto prima di tutto. “Per i compagni e per gli avversari”. Educatore di decine di generazioni di giovani calciatori olbiesi. “Ogni volta che ci incontriamo è una festa. Ricordiamo episodi e aneddoti. Si finisce sempre con una risata”.

Con Pippo Serreri dal bianco dell’Olbia al verde del Tavolara. “Una nidiata di allievi costituì l’intelaiatura della squadra di Eccellenza Regionale: era la stagione 90/91”. Con Emiliano ci sono, tra gli altri,  Gian Luca Bertini, Ivan Bechere, Fabio Dettori, Roberto Cabras, Luca Pintori. “Formammo un mix perfetto con veterani del calibro di Enzo Chiesa, Giuseppe Manzoni, Tore Columbano, Roberto Asara e Mario Puddu“. Tre anni tavolarini poi Berchidda, Corrasi, Arzachena, Porto Rotondo. Prima del grande Tavolara di Gianni Fraschetti. “Il presidente portò professionalità e organizzazione di alto livello. Non avevamo mai provato nulla di simile”. Approdo trionfale in Serie D. “Si era creata una coesione incredibile. Non eravamo solo compagni di squadra”. Emiliano vuole rendere l’idea: “Non ce n’era per nessuno”. L’esordio nell’Interregionale avviene nel girone campano. “Una stagione sportiva che ha temprato tutti“. Storico doppio derby con l’Olbia (nella foto Masu durante quello di andata giocato in notturna) e ottimo piazzamento finale. L’anno successivo si va in Lombardia, ma Fraschetti non c’è più. “La squadra fu aggiustata in corsa con l’arrivo di mister Eberini, un grande motivatore”. Che non riesce per un pelo nel miracolo salvezza.

Masu va a fare faville nei campionati minori. Tempio, Budoni, San Teodoro, Ghilarza e Porto Rotondo dove, a 36 anni, appende le scarpe al chiodo. “Ho staccato completamente dal calcio giocato. Non andavo più allo stadio”. Ma quando i figli crescono la passione si riaccende. “Ho due maschietti. Il primo l’anno scorso ha dato i primi calci al pallone”. L’amico di sempre Gianni Spanu lo chiama all’Olbia per collaborare con Luca Caocci nella cura degli esordienti: “Ha sfondato una porta aperta. Lavorare con loro è molto gratificante”. Quali strumenti utilizzate? “Bastone e carota. Bisogna “smammarli” dando loro regole da rispettare”. Proprio quello che faceva Pippo Serreri. “Noi eravamo diversi. Venivamo dalla strada“. Una nuova carriera agli albori? “Vedremo. Il calcio è in continua evoluzione. Essenziale essere informati e aggiornati. Un passo alla volta“. Con tecnica ed educazione. Le doti innate di Emiliano Masu.

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