Calcio, Giorgio Bagatti allenatore nel dna

Il carattere e le ambizioni del tecnico olbiese Bagatti.

Giorgio Bagatti, figlio d’arte , è senza dubbio uno degli allenatori emergenti nel panorama calcistico gallurese. “Amo il rispetto e le regole, ma guai a chi tocca la mia società e i miei giocatori”. Tutto suo padre, Sergio Bagatti, per decenni indiscutibile guru del calcio sardo. “Il fatto che per svariate stagioni sia stato eletto miglior allenatore della Sardegna mi riempie di orgoglio”. Cosa ha Giorgio Bagatti del padre? “Il carattere e la personalità”. Un sergente di ferro che si fa voler bene da tutti. “Sono nato nello spogliatoio. Sin da bambino andavo in ritiro con l’Olbia. La malattia del calcio mi ha colpito in tenera età“. Dopo tre annate al Telti l’arrivo sulla panchina della Star Sport. “A Telti sono stato benissimo. Mi sono innamorato del paese. Partendo dalla Terza Categoria siamo arrivati l’anno passato a chiudere il girone d’andata in Prima al terzo posto”. Un ciclo terminato. “Cercavo nuovi stimoli“.

La chiamata della Star Sport non si è fatta attendere. “Il primo contatto venti giorni dopo la fine del torneo”. Corte serrata e decisione meditata e convinta.”Qui ho tutto per fare bene. Abbiamo una struttura professionistica calata nella realtà dei dilettanti”. Bagatti può contare su una rosa competitiva e numerosa. “Siamo in 27. Per un allenatore poter avere così tante possibilità di scelta è il massimo”. Che tipo di tecnico è Giorgio Bagatti? “Sicuramente offensivo”. Con un principio chiarissimo: “Credo pochissimo nel singolo e moltissimo nel gruppo“.

Quali gli obiettivi per il campionato di Prima Categoria appena avviato: “La società ha un progetto ambizioso. Siamo riusciti a creare un ottimo amalgama. Le favorite sono Oschirese, Lauras, Luogosanto e Buddusò”. E la Star Sport? “Siamo un outsider“. Che ultimamente ha ingaggiato un certo Checco Fera. “E’ ancora pazzo per il pallone. Un fuoriclasse a questi livelli”. Bagatti non si nasconde: “Vogliamo ottenere il massimo che è nelle nostre possibilità. Come sempre sarà il campo a dire se il mosaico che abbiamo formato sarà perfetto”.

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