Padel, il sogno realizzato di Giovanni Derosas

Il fascino del padel nel racconto del maestro olbiese Derosas.

Giovanni Derosas è il primo maestro federale di padel della Sardegna: “Ho acquisito il secondo grado e anche il brevetto argentino”. Il sogno realizzato del 44enne olbiese. “Ho praticato per quasi 20 anni il tennis. Quando ho scoperto il padel è diventato il mio chiodo fisso. Adesso è il mio lavoro”. Una disciplina inventata negli anni ’60 dal messicano Corcuera e sviluppatasi successivamente in maniera esponenziale prima in Argentina e poi in Spagna. “Nel Paese iberico ci sono 6 milioni e mezzo di praticanti”. E in Italia? “E’ lo sport con il tasso di crescita più elevato. Siamo già 15 mila“.

Quali le ragione del successo? “E’ più semplice del tennis. La racchetta è più piccola e si apprende in minor tempo”. Non solo. “E’ aggregante. Si gioca soltanto in doppio e ciò permette di gestire meglio l’aspetto mentale. Una coppia ben affiatata è molto difficile da battere”. Come quella formata dall’argentino Fernando Belasteguin (il Federer del padel) e dal brasiliano Pablo Lima, campioni del mondo da tempo immemorabile. Nel padel la parità di genere è perfettamente rispettata. “La potenza non serve a nulla. Una coppia femminile dotata di tecnica ed intelligenza supera senza problemi un duo maschile non altrettanto attrezzato”. Campo 20 metri per 10. Pareti in cristallo antisfondamento. “Il punteggio è uguale a quello del tennis, ma i punti possono durare tantissimo. Lo spettacolo è davvero entusiasmante“.

Giovanni Derosas ha iniziato a coltivare il suo sogno 5 anni orsono costituendo la Padel Events Olbia. “Abbiamo più di 100 iscritti. Sono soddisfatto, ma guardo avanti con grande fiducia. La popolarità del padel è in continuo aumento”. Allenamenti sul campo del Geovillage che ad ottobre ne avrà a fianco un secondo. “Il padel è divertimento e benessere. Aiuta a tenersi in forma. Si bruciano 800 kilocalorie in un’ora“. La squadra olbiese ha partecipato al campionato di Serie B ottenendo una splendida salvezza. “In ogni partita si giocano tre doppi: due maschili e uno femminile. Punto a valorizzare i giovani e le giovani del nostro vivaio”. Progetti scuola. “Ripeterò l’esperienza dello scorso anno. Ho coinvolto una ventina di bambini. Conto di arrivare almeno a 50″. D’altronde il segreto sta solo nel prendere la racchetta in mano: “Il padel è irresistibile. Quando lo provi te ne innamori”.

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