Olbia Calcio, inizia l’era di mister Filippi: “Questa città sarà orgogliosa di noi”

La presentazione del mister e dello staff per la prossima stagione.

Si è tenuta questa mattina, presso la sala stampa dello stadio Bruno Nespoli, la conferenza stampa di presentazione del nuovo mister Michele Filippi e del rinnovato gruppo di lavoro che lo affiancherà nella terza stagione consecutiva che l’Olbia si appresta a disputare in Serie C.

Ad aprire l’incontro con i cronisti è stato il presidente dei bianchi Alessandro Marino, il quale ha voluto sottolineare l’importanza di avere già in casa il tecnico per la prossima stagione: “Per la Società rappresenta sicuramente un vanto il fatto di aver portato l’allenatore in seconda a essere responsabile tecnico della prima squadra. La volontà è stata quella di dare continuità al lavoro di questi anni senza apportare rivoluzioni, bensì allestendo, sia nel numero che nell’eterogeneità delle professionalità, uno staff da categoria superiore che quest’anno potrà contare sul supporto di una nuova figura professionale, lo psicologo. Quando poi l’Olbia riesce a costruire e ad attrarre le eccellenze del territorio sardo, significa che sta assolvendo al meglio alla propria mission. Mi fa molto piacere vedere un team di lavoro che parte con grande entusiasmo e che soprattutto voglia condividere in tutto e per tutto la filosofia e il progetto societario. L’unità potrà sopperire all’inesperienza nella ricerca di un obiettivo che, come tutti gli anni, non potrà che essere quello di provare a fare meglio rispetto alla stagione precedente”. 

La parola è passata poi al neomister bianco: “Voglio anzitutto ringraziare il presidente, il vicepresidente, il direttore e tutta la dirigenza dell’Olbia per la stima che ha mostrato nei miei confronti e per la decisione di voler mettere al centro del progetto uno staff di grandi professionisti. Il nostro primo obiettivo dovrà essere quello di rendere orgogliosi i tifosi e la città di Olbia per quello che faremo, consapevoli che dovremo onorare una maglia molto importante e che l’Olbia venga prima di tutto e di tutti. Sono da sempre convinto che i risultati e i successi sono solo la diretta conseguenza del lavoro quotidiano e della ricerca dei migliori presupposti. Si continuerà a battere la strada iniziata da mister Mereu, al quale mi sento di dire grazie per avermi incoraggiato a fare questo passo. L’esperienza maturata qua a Olbia al fianco di tecnici di comprovato valore come Mignani e Mereu è stata per me fondamentale. Dal confronto non si può che crescere”.

Il nuovo mister dell’Olbia rappresenta di certo un unicum nel calcio nazionale: il suo curriculum dice di una doppia professionalità: chirurgo e allenatore professionista allo stesso tempo. “Nella mia vita ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno sempre spronato a inseguire i miei sogni e le mie passioni, anche attraverso scelte non convenzionali. Oggi che sono l’allenatore dell’Olbia posso dire di aver realizzato il mio sogno più grande, un desiderio che avevo sin dall’infanzia e che si fondava su un istinto primordiale. L’essere medico mi ha arricchito tanto a livello umano, facendomi capire cosa sia la sofferenza e come si ci debba rapportare. In questa nuova avventura sarò me stesso, come sempre. Con la squadra sono convinto che correttezza e onestà intellettuale sono due capisaldi che alla lunga pagano sempre, anche se magari non consentono di avere consensi immediati”.

Rispondendo a domanda precisa su eventuali richieste da avanzare alla società in sede di mercato, il tecnico ha precisato come “non è il mio stile fare richieste. Ci conosciamo e sappiamo già perfettamente cosa serve e in che direzione andare. Ciò che mi sento di chiedere è che a vestire la maglia dell’Olbia siano giocatori pronti a mettere in campo dedizione, applicazione e soprattutto senso di appartenenza. Un aspetto emozionale che, al netto del lavoro, ci potrà consentire di fare il salto di qualità e lavoreremo a fondo per inculcare alla squadra questa mentalità. Paura legata all’inesperienza? No, lo dico con grande sincerità. Due anni per conoscere la categoria sono più che sufficienti. So quali saranno le insidie e le difficoltà e un esordio nella vita c’è sempre, non ci si può sottrarre. In questa società e con questo staff ci sono tutte le condizioni per fare bene”.

Sollecitato, il presidente Marino è poi tornato sulla motivazione che sta alla base della decisione di non proseguire il rapporto di lavoro con mister Mereu: “Non posso che ringraziare Mereu per tutto quello che ha fatto per noi e ovviamente ho spinto personalmente perché potesse andare a ricoprire un ruolo di vitale importanza per il movimento calcistico regionale. La sua non riconferma si basa sul presupposto che la società ha nelle corde il cambiamento, sia perché l’allenatore è fondamentale ma sempre funzionale a un progetto che deve sempre rinnovarsi, sia perché ci apprestiamo a iniziare il terzo anno di un ciclo ed è giusto che i giocatori ricevano stimoli e impulsi differenti. Come ho detto prima, abbiamo deciso di cambiare nel segno della continuità del progetto”.

In chiusura, domande anche per il direttore sportivo dell’Olbia Pierluigi Carta, che ha voluto riprendere il filo iniziato dal presidente ringraziando Mereu per “l’energia e l’esperienza che ha saputo darci in un momento drammatico e per aver saputo condurre la squadra a disputare un’ottima stagione lo scorso anno”. Passando a Filippi, il diesse ha precisato che “se oggi è l’allenatore è perché in questi due anni ha saputo mettere in evidenza le proprie competenze. La decisione non era per niente scontata, perché in queste settimane abbiamo valutato altri profili preparati e funzionali alla filosofia del club, ma se alla fine la scelta è ricaduta su di lui è perché ha profonda conoscenza dell’ambiente e una passione smisurata per il lavoro che fa”. Fatto lo staff, ora è tempo di pensare alla rosa: “Per adesso possiamo dire con certezza che Dametto e Geroni non faranno parte della prossima Olbia, mentre per Vallocchia stiamo lavorando per riscattare il cartellino del giocatore. Le voci su Aresti? È uno dei nostri capisaldi, poi è normale che il mercato porta in dote variabili imprevedibili e che tutto può succedere”.

In chiusura la parola è tornata al presidente Marino che ha provato a dare risposta alla richiesta di spiegazioni sul momento concitato e turbolento che sembra attraversare la Serie C, tra riforme e necessità di diventare sostenibile: “Da tempo vado dicendo che la Serie C è una categoria che va sempre più specializzandosi nella formazione di giovani calciatori, l’unico criterio incentivatibile che oggi consente di avvicinare la sostenibilità del sistema. Altro non c’è perché la qualità degli impianti e la partecipazione del pubblico non sono omogenei in tutte le piazze cosicché tv e sponsor non si avvicinano per dare valore al prodotto. Si sta andando verso una direzione che prevederà regole sempre più stringenti per l’utilizzo e la valorizzazione degli under. L’introduzione di una salary cap impedirà alle società di fare il passo più lungo della gamba evitando così il rischio fallimento che anche quest’anno sta attanagliando diverse realtà. Noi siamo partiti due anni e mezzo fa con un modello gestionale che oggi tutti citano e tanti provano a imitare”.

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