L’anniversario del rapimento di Dori Ghezzi e Fabrizio de Andrè a Tempio Pausania.
Esattamente 44 anni fa, il 27 agosto 1979, il rapimento di Fabrizio De André e della compagna Dori Ghezzi da parte di un gruppo di banditi nella loro casa a Tempio Pausania.
La prigionia.
L’artista e la sua compagna rimasero prigionieri dei banditi per 120 giorni, in condizioni molto precarie, nelle campagne di Pattada, in alloggi organizzati grossolanamente tra i rovi, venendo spesso legati agli alberi, venendo nutriti con pane e formaggio.
Le trattative per la liberazione.
La famiglia tentò l’approccio con i banditi diverse volte. L’ennesimo tentativo fu compiuto con gli emissari don Salvatore Vico, parroco del Sacro Cuore di Tempio e Giulio Carta, facoltoso commerciante di Orune. Il parroco riuscì a portare a compimento le trattative: il riscatto che venne fissato a 550 milioni di lire e fu pagato, portando alla liberazione degli ostaggi. Altri 50 milioni sarebbero dovuti essere consegnati dopo la liberazione. L’impegno venne onorato da De André.
A dicembre, poco prima di Natale, la fine dell’incubo: i due artisti vengono rilasciati. Dori Ghezzi ad Alà dei Sardi, il cantautore a Buddusò poche ore dopo. L’inchiesta portòall’arresto di una decina di persone, originarie di Orune e Pattada, poi condannate a pene comprese tra i 9 e i 25 anni di carcere.
Il fascino della Sardegna aveva stregato De Andrè.
Fabrizio De André visitò per la prima volta la Sardegna nell’estate del 1968, soggiornando a Portobello di Gallura. La Sardegna lo affascinò talmente tanto che nel 1976 lasciò Genova per trasferirsi in uno stazzo nelle campagne di Tempio Pausania, assieme alla compagna Dori Ghezzi, l’Agnata.
“Ho speso qui tutti i soldi che sono riuscito a risparmiare – dichiarò De Andrè -. Una terra che lavoro anche con le mie mani e un giorno lascerò ai miei figli, perché non avranno molto dai diritti d’autore delle canzoni del padre. Anche se qui la terra non rende, costa tanta fatica ed è difficile far crescere l’erba, devi concimare in continuazione per correggerne l’acidità. Dal punto di vista economico è proprio un fallimento, ma ci guadagni tanto in salute e serenità. Questo luogo è una magia, dà tanta gioia per l’anima, anche quando torni a casa distrutto dalla stanchezza. Ti appaga e non lascia spazio alle inquietudini. Vivere questa dimensione è il modo più semplice ma anche il più profondo di vivere questa terra”.
La Gallura ha ricambiato l’affetto dell’artista.
La Gallura è fortemente legata alla figura di Fabrizio De Andrè, in particolare la città di Tempio Pausania, che gli ha intitolato una piazza. Sono numerosissime le mostre e le iniziative artistiche e culturali che ogni anno celebrano il ricordo e il legame con la Sardegna di uno dei più grandi cantautori italiani di sempre.