Abbanoa e Adicosum, il grande braccio di ferro sull’acqua in Gallura e la corsa ai risarcimenti

Lo scontro tra Abbanoa e Adiconsum sull’acqua.

Per Abbanoa la class action sulla potabilità delle acque è un grande bluff. Scadeva, infatti, nei giorni scorsi, la possibilità di aderire all’azione collettiva intentata contro Abbanoa. La causa mira al risarcimento dei danni subiti a causa dell’erogazione di acqua non potabile dal 2011 al 2015.

Secondo il gestore idrico regionale in Italia il sistema tariffario non prevede alcuna decurtazione per i periodi di non potabilità. Questo, spiega Alessandro Ramazzotti, Amministratore Unico di Abbanoa, è dovuto al fatto che si voglia evitare che il gestore trovi più conveniente avere una tariffa più bassa, che fare gli investimenti necessari per adeguare il sistema di potabilizzazione.

Prosegue Ramazzotti: “È più incisivo utilizzare lo strumento delle sanzioni qualora i gestori siano inadempienti ai loro obblighi per negligenza o sottovalutazione”. E conclude: “Non possono essere addebitate al gestore inadempienze riconducibili alle condizioni a volte disastrose con cui gli impianti a suo tempo sono stati affidati”.

Abbanoa ritiene di essere in presenza di attacchi portati avanti in modo strumentale da professionisti dalle cause facili e da personaggi politici in cerca di ribalta. Considera quella della class action una campagna che cerca toni forti e frasi ad effetto, ma che è debole nei contenuti e gestita con spregiudicatezza e approssimazione.

Secondo i dati presentati da Abbanoa su 377 comuni della Sardegna, appena una quarantina sono stati interessati da ordinanze per l’acqua non potabile tra il 2011 e il 2015. Oggi, grazie agli interventi strutturali realizzati nelle reti, l’incidenza della non potabilità è bassissima.

A garanzia dell’acqua distribuita in rete, il gestore effettua, infatti, circa 17 mila prelievi annui, per determinare circa 300 mila parametri chimici e batteriologici. Controlli che interessano l’intera filiera del processo. E il lavoro per migliorare gli impianti prosegue costantemente. A Tempio, ad esempio, è stata bandita la gara per la progettazione del maxi intervento, con un finanziamento complessivo di oltre 7 milioni e mezzo di euro. È testimonianza di questo, secondo Abbanoa, il fatto che nella causa si sia evitato di guardare all’andamento 2016/2017.

Eppure per Adiconsum Sardegna la situazione non è così rosea. Il Tribunale di Cagliari ha, già stabilito quali danni debbano essere risarciti ai consumatori per il grave disservizio. Per la quantificazione, invece, sarà necessario attendere i prossimi pronunciamenti dello stesso tribunale.

Tuttavia Adiconsum stima il possibile risarcimento complessivo in 1 euro a singola persona, per ogni giorno di mancata erogazione di acqua non potabile. Considerando che, ad esempio, nel quartiere intorno all’aeroporto di Olbia i giorni di non potabilità dal 2011 al 2015 sono stati 1517 e, sempre a Olbia, nel quartiere Isola Bianca quasi 1200, in molti casi non si tratterebbe certo di cifre irrisorie.

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