“L’alluvione di Olbia era prevedibile”. La nuova perizia nel processo di appello

La perizia sull’alluvione a Olbia.

Il ciclone Cleopatra, che nel novembre 2013 devastò la Gallura e parte del Nuorese, provocando diversi morti, era prevedibile. Questo il senso della nuova perizia disposta dai giudici della Corte d’Appello di Sassari, che oggi hanno iniziato il processo di secondo grado per la morte di 6 persone, travolte dall’inondazione a Olbia. Nel banco degli imputati siedono l’ex sindaco, Gianni Giovannelli, i dirigenti comunali Gabriella Palermo, Antonello Zanda e Giuseppe Budroni, già assolti in primo grado dalle accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

La perizia conferma quanto già scritto nella prima, che fu archiviata poiché il geologo, Alfonso Bellini, dovette lasciare per motivi di salute, non potendo completare l’esposizione in aula. Nella relazione, l’alluvione di 9 anni fa non viene descritta come un evento eccezionale e non prevedibile. Bensì si trattava di eventi meteorologici particolari, che avrebbero necessitato di maggior attenzione. Per il fatto che l’area mediterranea è molto vasta e che, soprattutto in autunno, le precipitazioni sono intense e talvolta superiori alla media. Associando poi i fenomeni alluvionali e franosi, si sarebbe dovuto tener conto delle vite e opere umane. Nondimeno le trasformazioni urbanistiche e la mancanza di manutenzione di fiumi e strade che hanno concorso al disastro, con un piano di protezione civile del tutto inadeguato.

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