Approvata la riforma della sanità in Sardegna: si torna alle 8 vecchie Asl

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La riforma della Sanità in Sardegna.

Approvata del Consiglio regionale la riforma della sanità. Sparisce quindi l’Asl unica e tornano le otto aziende sanitarie locali: Sassari 1, Gallura 2, Nuoro 3, Ogliastra 4, Oristano 5, Medio Campidano 6, Sulcis 7 e Cagliari 8.

Sono stati 36 i voti favorevoli, 18 quelli contrari e un astenuto. Una riforma che il presidente della Regione Solinas ha definito storica e “studiata per riportare la governance della sanità pubblica sul territorio, vicino ai cittadini, con il supporto di figure manageriali che si impegneranno a tradurre i bisogni della collettività in servizi e assistenza efficienti”.

“La riforma porterà ad un miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari e all’acquisto di beni e servizi con procedure semplificate e coerenti per ottimizzare risparmio ed efficienza – ha continuato il presindente Solinas – . Superiamo un modello, fondato sull’Ats, che ha paralizzato il sistema sanitario regionale e la sua capacità di rispondere al bisogno d’assistenza dei sardi, affermando, nel contempo, la volontà di tornare a investire per riqualificare i presidi ospedalieri e realizzare nuove strutture, puntando a cure moderne e di qualità”.

“Un passo decisivo – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – nella direzione che abbiamo tracciato sin dall’inizio di questa legislatura. Restituiamo ai territori autonomia e allo stesso tempo, con l’istituzione dell’Ares, manterremo centralizzati quegli aspetti, come gli acquisti e la gestione del personale, che consentiranno di realizzare una spesa efficiente attraverso le economie di scala, a vantaggio di tutto il sistema regionale”.

“Abbiamo importanti sfide davanti a noi. L’emergenza Covid-19 – prosegue Nieddu – ha cambiato e sta cambiando il modo di concepire l’assistenza sanitaria in tutto il mondo. Puntiamo a un sistema moderno in cui sviluppare la telemedicina, potenziare le cure territoriali, realizzare integrazione socio-sanitaria e non solo. La riforma è la base solida di un progetto coraggioso, di ampio respiro che riporta al centro le nostre comunità e i loro bisogni”.

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