Berlusconi sfratta le pecore da Costa Turchese, vinta la causa contro il pastore

La vittoria di Berlusconi contro un pastore della Costa Smeralda.

Le pecore non potranno più brucare l’erba nelle proprietà di Silvio Berlusconi. L’ex cavaliere ha vinto, dopo 30 anni, la causa contro un pastore della Gallura. L’oggetto del contendere è stata la lottizzazione di Costa Turchese, con i suoi appezzamenti di terreno, che si estendono fra Cugnana, Murta Maria e Capo Ceraso. In quelle aree sarebbero dovuti sorgere diversi villaggi turistici, ma le pecore hanno eroso buona parte dei terreni e i pastori hanno tentato, riuscendoci, di avvalersi dell’usucapione.

La vicenda che coinvolge Berlusconi.

Nel 2010, stando a quanto ricostruito su Verità&Affari, i terreni erano stati “portati via” da un anziano imprenditore agricolo, che costrinse le società di Berlusconi a ricomprarle a poco meno di 900mila euro. In quei terreni, infatti, il tribunale di Tempio Pausania acconsentì l’usucapione. Murgia morì poco dopo, ma la sua azione venne emulata da altri pastori.

La sentenza contro il pastore.

A gennaio una sentenza ha obbligato un pastore, che pascolando le pecore in quelle aree si riteneva il legittimo proprietario, a non entrare più col gregge nel terreno di Berlusconi. Non solo, ora l’imprenditore agricolo dovrà restituire i terreni ed è stato condannato al pagamento delle spese legali.

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