L’appello prima del voto del candidato del M5S Marino.
Una conferenza stampa densa di spunti quella di Nardo Marino, candidato al collegio uninominale della Camera per il Movimento 5 Stelle. A tre giorni dal voto Marino, supportato dai due portavoce nel Consiglio Comunale di Olbia Maria Teresa Piccinnu e Roberto Ferinaio, ha subito evidenziato le sensazioni tratte da una campagna elettorale che ha scelto di fare in tutto il vasto territorio del collegio: “Abbiamo girato in lungo e in largo: abbiamo ascoltato la voce della crisi e visto gli sguardi della crisi. una crisi che si respira a pieni polmoni”.
Un viaggio con un obiettivo fondamentale: “Ci è servito per portare un messaggio di moralizzazione della politica”. Prima di affondare il colpo. “Il mio avversario del centrodestra, se dovesse essere eletto, per qualche giorno ricoprirà tre incarichi: sindaco, consigliere regionale e deputato. Io la chiamo ingordigia. Queste sono aberrazioni”.
Per continuare: “Il Consiglio Regionale è chiuso da un mese per consentire a 12 consiglieri su 60, tra cui il mio avversario del centrodestra, di farsi la campagna elettorale: pagati con lo stipendio da consigliere per farsi la campagna elettorale. E’ una degenerazione della politica che deve finire“.
Marino ha poi espresso il suo concetto di politico: “Non è una professione, ma consiste nel mettersi al servizio dei cittadini, raccogliere le loro istanze e cercare di risolvere i loro problemi. In questo il vincolo di due mandati del Movimento 5 Stelle è fondamentale“. La legge elettorale: “L’hanno architettata esclusivamente per mantenere i loro posti di potere e impedire alla prima forza politica del Paese di governare. Perchè siamo noi gli unici nemici di destra e sinistra. Votare centrodestra e centrosinistra è la stessa cosa. E’ tutto basato su un grande inganno. Come è un grande inganno il simbolo di Forza Italia con la scritta Berlusconi Presidente sapendo che non solo non può essere eletto, ma, in quanto interdetto, domenica non potrà nemmeno votare“.
I vecchi partiti.”Sono diventati federazioni di correnti che badano soltanto ai loro equilibri interni, ma che non hanno più rapporti con la gente. Da noi questo rapporto c’è e sta crescendo ogni giorno di più”.
Le priorità per la Sardegna: “All’interno l’esigenza primaria è quella di evitare lo spopolamento che sta uccidendo comunità con una storia secolare: ogni centro che scompare è un pezzo di cuore di Sardegna che non c’è più. Sulle coste è quella della riduzione delle imposte e dell’incidenza della burocrazia”.
Il problema atavico da risolvere, di cui si è da sempre parlato senza provare ad eliminarlo, è quello dell‘insularità: costi dei trasporti ed energetici ci mettono in posizione di svantaggio con le realtà continentali”. L’appello. “Chiedo la fiducia della mia città e del territorio. Ho le mani libere e pulite. Non devo restituire niente a nessuno”.