Cannabis light, è legale sì o no? Un chiarimento

Il mercato della cannabis light sta prendendo sempre più importanza.

Il tema della cannabis è altamente spinoso, per il contrasto evidente e, apparentemente, insanabile tra chi rimane su delle posizioni proibizionistiche e, dall’altra parte, chi ne apprezza gli effetti, soprattutto terapeutici. Un chiarimento sulla natura e sulle potenzialità, lesive e non, di questa pianta sembra dunque d’obbligo, tanto più che il mercato della canapa sta acquisendo in Italia una sempre maggiore importanza, anche economica, che non è più possibile ignorare. Accanto alle aziende agricole che stanno spuntando in tutto il paese, una parte dell’indotto proviene dai growshop e dalle piattaforme di e-commerce, come ad esempio JustBob, uno shop online di cannabis light.

Perché è legale?

Da un punto di vista prettamente legale non vi sono dubbi sulla legittimità di coloro che coltivano piante di canapa ad uso industriale, se la percentuale di THC è inferiore allo 0,6% e se le specie coltivate sono ricomprese nel Catalogo di piante ammesse dall’Unione Europea. In questo caso, il coltivatore non ha neanche bisogno di un’autodenuncia preventiva e può coltivare liberamente. Infiorescenze con una percentuale inferiore a tale soglia esulano infatti dalla definizione di sostanza stupefacente fornita dal T.U. sulle sostanze stupefacenti del 1990, come successivamente integrato e modificato. Pertanto, né la coltivazione ad uso industriale né il commercio di piante con questo grado di tetraidrocannabinolo può essere considerato illegale.

Per quale motivo, vi starete chiedendo. Il nostro legislatore, nel trattare la questione, ha come fine ultimo quello di tutelare la salute pubblica. Un’apertura del genere, pertanto, non può che significare che sotto la soglia che ha indicato, non sia possibile individuare effetti psicotropi, danni degni di un divieto assoluto di assunzione.  Questo è ancor più evidente quando si faccia un confronto con altri paesi. Non solo i Paesi Bassi, ma negli USA alcuni stati Federali come California e Massachusetts hanno legalizzato l’uso, anche ricreativo della cannabis, e altri che hanno messo un limite massimo di THC, come Washington, hanno fissato una soglia immensamente più alta rispetto all’Italia. 

Benefici della cannabis light

  1. Terapeutici. Come anticipato innanzi, molti sono quelli che evidenziano i benefici della cannabis light, allorquando sia utilizzata per fini terapeutici. Le infiorescenze vengono usate per trattare una moltitudine di disturbi, con risultati apprezzati in tutto il mondo, tanto che in Tailandia, ma anche in Scozia stanno partendo delle cliniche che si servono della cannabis light. La patologia che sembra rispondere meglio alla cura di cannabis light è l’epilessia. Addirittura, negli Stati Uniti, è nato un movimento delle mamme che vogliono curare i loro figli con la cannabis light, che contiene, come detto prima, un’insignificante quantità di THC, ma è ricca di CBD, l’altra sostanza di cui è composta l’infiorescenza della canapa. I risultati riscontrati sui pazienti, anche molto piccoli, sono stati talmente positivi ed evidenti, che sono proprio i genitori a richiedere questo tipo di cura, molto spesso somministrata con olio estratto da cannabis light.
  1. Bioedilizia. Un cambio di passo sarebbe quindi importante per riuscire non solo a superare determinati pregiudizi, ma anche ad apprezzare le qualità della pianta di cannabis. La coltura di questa varietà vegetale era infatti molto diffusa in Italia fino agli anni ’30 del secolo scorso, per i molti utilizzi che possono essere fatti di questa pianta. Al giorno d’oggi, sempre più attenzione viene data alla pianta nell’ambito della bioedilizia. Di particolare attrazione per la sua resistenza, sarebbe una valida alternativa al cemento armato e a tutti quei materiali che non sono più sostenibili. Potremmo dire, perciò, che anche da questo punto di vista la cannabis presenta un’ottima possibilità per migliorare la vita e renderla più sostenibile.
  1. Uso ricreativo. Dopo questa descrizione generale della cannabis e della cannabis light, per poterne conoscere le varie sfaccettature, rimane solo da affrontare la questione dell’uso ricreativo. Assodata la legalità della vendita della cannabis light e quindi anche del possesso, è opportuno ricordare che, sotto la soglia prescritta dal legislatore nel T.U. sulle sostanze stupefacenti, la concentrazione di THC è davvero minima, con effetti praticamente irrilevanti sulla psiche. Di contro, c’è un alto tasso di CBD, che permette sani momenti di relax, di combattere l’insonnia, senza effetti collaterali.

Dove posso trovarla, allora?

L’unica cosa che rimane, dunque, è trovare un venditore di cannabis light di cui fidarsi. L’apertura del mercato della cannabis light ha avuto il grosso merito di levare una grande fetta a mercati clandestini, controllati da entità sconosciute. Questo comportava una scarsa attenzione alla qualità, che poteva comportare gravi danni alla salute. Adesso, come per tutti gli altri prodotti, occorre farsi strada tra le varie alternative proposte, per riuscire a trovare lo shop che si desidera. Molti sono i growshop che sono sorti nelle città, ma è opinione piuttosto condivisa che vi sia più varietà e più alta qualità nelle piattaforme di e-commerce. Per le infiorescenze, ma anche per i semi, è consigliabile trovare il miglior shop online di cannabis light, per essere sicuri di acquistare un prodotto fresco e all’avanguardia, con la garanzia di legalità data dalle certificazioni che accompagnano qualunque prodotto.

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