Violenza nel carcere di Tempio, detenuto aggredisce un poliziotto

carcere Tempio

La grave aggressione nel carcere di Tempio.

Ancora una grave aggressione all’interno di un penitenziario in Sardegna. Nel carcere di Tempio un poliziotto è stato picchiato da un detenuto, riportando gravi ferite che hanno richiesto una prognosi di 30 giorni. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che ha lanciato un nuovo allarme sulla situazione delle carceri.

“Io credo sia grave che, in tutti questi, siano stati sottovalutati i nostri gridi d’allarme sulle gravi criticità penitenziarie della Sardegna, sistematicamente denunciate dal nostro Segretario Regionale Luca Fais – ha detto Donato Capece, segretario generale del SAPPE -, servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie. Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.

Impietosa la denuncia di Luca Fais, segretario regionale sardo del SAPPE: “Tutti i giorni, nell’Isola, i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia”. Ed aggiunge: “Il penitenziario di Tempio Pausania detiene circa 180 detenuti Alta Sicurezza, molti dei quali sono impegnati in numerose attività trattamentali. Nonostante tutto, anche a causa di un gruppo di soggetti assegnati di recente, il clima è cambiato e molti di essi sono maggiormente predisposti alla contrapposizione con l’amministrazione penitenziaria piuttosto che alla partecipazione alle numerose attività per favorire il reinserimento del detenuto”.

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