Le imprese della Gallura fanno i conti col caro energia.
Il caro energia continua a mettere in ginocchio le piccole e medie imprese (Pmi) della Sardegna, in particolare nella provincia di Sassari-Gallura. Secondo un’indagine condotta dall’ufficio studi di Confartigianato Imprese Sardegna, nel 2022 le Pmi sarde hanno speso l’energia elettrica il 9,9% in più rispetto alla media dell’Unione Europea, traducendosi in un aggravio di costi di 260 milioni di euro rispetto ai concorrenti europei.
In particolare, la Gallura si distingue come la provincia più colpita, con un aumento dei costi energetici di ben 96 milioni di euro. Cagliari segue con 71 milioni, il Sud Sardegna con 41 milioni, Nuoro con 29 milioni e Oristano con 24 milioni.
L’analisi mette in evidenza un aumento vertiginoso dei costi dell’energia per la Sardegna, che nel 2023 ha registrato un incremento del 68,2% rispetto al 2021, con un picco di rincari toccato nella seconda metà del 2022. In quel periodo, le bollette di elettricità e gas hanno fatto segnare un aumento del 147,1%. In totale, le attività produttive sarde hanno sostenuto quasi 1,5 miliardi di euro in più rispetto al periodo pre-bellico.
Un ulteriore aspetto preoccupante emerge dall’analisi dell’incidenza delle bollette energetiche nei bilanci aziendali: questa è passata dal 15,8% nel 2021 al 28,1% nel 2023, raddoppiando di fatto il peso dell’energia sulle spese delle imprese artigiane.






