Da Sassari alla Gallura i sindaci bocciano l’ipotesi del nuovo “coprifuoco” del Dpcm

Il Dpcm sul coprifuoco dei sindaci.

Coprifuoco dei locali e sopratutto la presunta delega ai sindaci paventata dal premier Giuseppe Conte nel Dpcm. Suona come uno “scaricabarile” che sta gettando parecchie preoccupazioni e dubbi a livello locale.

Da una parte i primi cittadini della Gallura e del Nord Sardegna sono preoccupati per la gestione dell’eventuale coprifuoco, dall’altra per le conseguenze che queste chiusure potrebbero avere sull’economia locale. “Se dovessimo continuare a chiudere tra qualche mese la gente si troverà alla fame”, ha tuonato il sindaco di Olbia Settimo Nizzi all’agenzia di stampa Ansa.

Responsabilità che non possono essere scaricate sui Comuni. “Si rischia di mettere alla gogna chi amministra le città – dichiara il sindaco di Ozieri Marco Murgia -. Si dovrebbe far decidere alla Regione”.

Tanti anche i primi cittadini che si dichiarano contrari al Dpcm che prevede la chiusura dei bar e delle piazze alle 22. Non è nemmeno chiaro cosa potrebbe succedere se chi è d’accordo impugnasse l’ordinanza di coprifuoco per contenere il rischio covid-19. “Il Dpcm non è chiaro – commenta il sindaco di Golfo Aranci Mario Mulas -. La nota delle ordinanze è sparita e, quindi, non si capisce più nulla”

Perplessità le ha espresse anche l’Anci Sardegna per voce del suo presidente Emiliano Deiana. “È preoccupante il rischio di esodo di cittadini verso altri comuni – ha dichiarato -, se le decisioni di attuare il coprifuoco alle 22 venissero prese singolarmente dai comuni senza alcun coordinamento”.

Ribadisce i rischi per l’economia locale. “Sono dell’idea che sarebbero efficaci ordinanze collettive, che abbiamo il supporto delle forze dell’ordine e non solo locali, ma anche il coordimento delle prefetture e questure – aggiunge Deiana -. Inoltre se un comune ha pochi contagi, non sono d’accordo con l’applicare le stesse norme di sicurezza di un comune a rischio”.

Come nel caso di Loiri Porto San Paolo, dove la situazione della diffusione del virus è sotto controllo. “Non sono così contrario al Dpcm, bisogna fare in modo che decida il sindaco anche in base al numero di contagi e degli assembramenti nel suo Comune – ha detto il primo cittadino Francesco Lai – e nel nostro comune non abbiamo assembramenti”.

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