Costretta dal padre e dal fratello a prostituirsi quando era ragazzina

violenza domestica

I reati sono caduti in prescrizione.

Nessuna giustizia per una donna che trovò il coraggio di denunciare gli abusi del padre e del fratello. Sono passati 15 anni e il reato è caduto in prescrizione. Una doccia fredda arrivata a pochi giorni dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una lentezza della giustizia a discapito di una donna, che trovò il coraggio di denunciare i suoi famigliari, che la costrinsero a prostituirsi.

L’inferno per la 30enne della Gallura cominciò quando ancora era una ragazzina. Il padre e il fratello decisero che doveva prostituirsi a conoscenti e amici. Ai suoi rifiuti veniva maltrattata dal genitore e da suo fratello. Un incubo che durò molti anni, fino al 2009. Dopo anni di violenze, la ragazza ormai maggiorenne riuscì a denunciare, chiedendo aiuto al centro antiviolenza Prospettiva Donna di Patrizia Desole.

Contro il padre e il fratello di aperta un’inchiesta condotta alla Dda di Cagliari, per sfruttamento della prostituzione minorile (fino al 2002), e pr maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione. A distanza di 15 anni, non si è però arrivati ad una sentenza di primo grado per il reato più grave, quello della prostituzione minorile. Dopo l’udienza preliminare che si tenne nel tribunale di Cagliari, il processo di trasferito nella sede di Tempio, partendo nel 2014.

Da allora, il processo ha continuato a slittare dopo una serie di assenze e deleghe della Dda, fino alla prescrizione arrivata ieri, che ha lasciato una vittima di violenza senza alcuna giustizia.

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