In Gallura l’edilizia riparte dopo la pandemia, crescita del 21,02%

I dati sull’edilizia in Gallura.

Anche in Gallura riparte l’edilizia, dopo la crisi dovuta dalla pandemia. Lo rivelano i dati del dossier elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sui dati dell’istituto Tagliacarne-Unioncamere.

Secondo il dossier anche la Gallura ha superato la fase cruciale Covid, superando addirittura il 2019, per quanto riguarda la crescita del settore edilizio. Stando ai dati, la Gallura assieme al territorio di Sassari ha avuto una crescita del 21,02%, occupando la 22esima posizione in Italia. Il territorio è al secondo posto nell’Isola per la crescita del comparto.

I dati del Superbonus.

Dati ottimisti anche per quanto riguarda il Superbonus 110%. Rispetto all’anno precedente, nel 2022 le percentuali degli investimenti ammessi alla detrazione sono passate dall’8,6% al 69,1% del 2022. Secondo il dossier, oggi 7 cantieri di ristrutturazione su 10 avvengono con il superbonus.

“Viviamo un momento particolarmente favorevole e propizio – commentano Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Sardegna, e Giacomo Meloni, presidente degli edili artigiani – .Ma su ciò che potrà avvenire al comparto nei prossimi mesi e anni ci sono tanti dubbi. Infatti, a livello nazionale, si stanno registrando le prime frenate”.  

Ma non mancano le preoccupazioni dei costruttori edili. Sono due: la mancanza di figure professionali adeguate e l’impennata dei costi dei prezzi alla produzione. “Oltre alla mancanza di materiali e al loro costo ormai proibitivo – continua la presidente Lai – registriamo anche la carenza di manodopera qualificata. Dai pavimentisti agli intonacatori, sono diverse le figure professionali di cui necessita il settore. Proprio perché l’edilizia è rimasta bloccata per oltre dieci anni, non c’è stato un adeguato ricambio generazionale di risorse umane. Inoltre preoccupa la difficoltà di incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

”I dati rilevati dalle Agenzie per il lavoro dicono che le imprese – prosegue – per il 69,5% dei casi, faticano a trovare operai specializzati. Il tema che si apre è come trovare tutto questo personale, sta diventando difficile trovare anche personale in generale. Per quanta fatica e sforzi si continui a fare per tenere in moto l’economia, risulta difficile proseguire in tal senso se non si trova una soluzione. Credo che sia compito nostro interrogarci e ottenere risposte prima che le imprese si trovino bloccate per mancanza di tali figure professionali, tanto da non poter più lavorare”. 

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