Inizia la stagione e scoppia l’emergenza personale in Gallura. I gestori dei locali: “È già introvabile”. La raccomandazione dei sindacati: “Attenti ai contratti”

Le offerte di lavoro per l’estate in Gallura.

La tanto attesa zona bianca è arrivata, l’estate è alle porte e le coste della Gallura brulicano dei primi turisti che hanno finalmente potuto muoversi in tranquillità e dare inizio alle loro vacanze. I ristoranti riprendono a pieno ritmo, i bar pronti ad accogliere i clienti dalla colazione fino a tarda sera mentre alberghi e b&b piano piano si riempiono. Finalmente dopo più di un anno di fermi tra alti e bassi la stagione riprende e così anche gli stagionali possono cominciare a lavorare.

La situazione del lavoro.

Quest’anno però sono molti i gestori di bar, ristoranti, strutture balneari e attività commerciali alla disperata ricerca di personale che sembra introvabile. “Non riesco a trovare un ragazzo che abbia voglia di fare il magazziniere nel mio negozio”, spiega Mario, proprietario dell’alimentari a Porto San Paolo. “Non trovare camerieri per il mio locale, giovani che hanno voglia di lavorare e si mettano in gioco”, continua Paolo, proprietario di una pizzeria a Budoni. “Ho come l’impressione che molti preferiscano prendere i sussidi statali piuttosto che darsi da fare e guadagnarsi il pane”, commenta Federico, gestore di un bar di Olbia.

Il parere dei sindacati.

Quasi un paradosso, dopo una pandemia che ha messo le attività in ginocchio e famiglie al lastrico. Una visione non condivisa dai sindacati. “Dal canto nostro risulta che c’è la processione di persone in attesa che riparta la stagione – dichiara la segretaria di Cgil Gallura Luisa di Lorenzo –. Mi viene il sospetto che ci siano molte proposte di lavoro inaccettabili, tipo 12 ore al giorno sottopagate con contratti parzialmente irregolari, come l’assunzione per 6 ore ma per lavorarne il doppio, senza un giorno libero. C’è da parte di molte strutture la convinzione che, siccome siamo alla fame le persone devono accettare qualunque impiego, ma non deve essere così. Anzi se a queste condizioni le persone rinunciano ben venga”.

Ha collaborato Maria Verderame.

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