Finto ente no profit evade oltre tre milioni di euro

I controlli della Guardia di finanza.

Le Fiamme gialle della Tenenza di Iglesias hanno concluso un’attività di verifica nei confronti di un ente non commerciale operante nel Sulcis nel settore socio-assistenziale.

l’input operativo scaturisce nell’ambito di una preliminare attività di controllo del territorio coniugata da una pregnante attività informativa e da una successiva attività di riscontro dei dati estrapolati dalle banche dati in uso al Corpo. L’azione dei finanzieri è stata orientata alla verifica del corretto inquadramento giuridico dell’Ente e dei conseguenti adempimenti di natura contabile e tributaria da esso derivanti.

Come è noto, infatti, l’attività svolta da un Ente “no profit” deve essere svolta senza scopo di lucro e rivolta unicamente nei confronti degli associati ovvero anche nei confronti di terzi purché, in quest’ultimo caso, non risulti preponderante rispetto alla reale attività e agli scopi associativi. L’analisi della documentazione prodotta confrontata con l’attività effettivamente svolta, ha quindi permesso di riclassificare la natura dell’ente da “no profit” a “commerciale”.

I finanzieri di Iglesias hanno infatti fatto emergere la natura commerciale dell’associazione, dimostrando, che tutte le prestazioni socio-assistenziali fornite, a fronte di uno specifico corrispettivo, erano dirette alla collettività, senza distinzione rispetto all’essere associati all’ente: lo “schermo” dell’associazione senza scopo di lucro costituiva uno stratagemma per usufruire del regime fiscale agevolativo riservato agli enti no profit. L’opera di ricostruzione del reddito, è stata effettuata analiticamente, attraverso l’esame della documentazione contabile, extra-contabile e bancaria reperita durante le fasi ispettive.

Le operazioni di verifica hanno permesso di appurare che il soggetto controllato, per le annualità dal 2014 al 2018, non ha presentato le dovute dichiarazioni fiscali qualificandosi, pertanto, quale evasore totale: l’attività ispettiva ha consentito di rilevare l’occultamento di ricavi 2.600.000 euro, unitamente a specifiche violazioni riguardanti gli obblighi di tenuta della documentazione e di versamento di ritenute alla fonte per 16.500 euro.

I predetti risultati vanno a sommarsi a quanto già accertato in precedenza dai Finanzieri in una prima tranche dell’attività ispettiva, che ha riguardato l’annualità 2013, a seguito della quale avevano scoperto ricavi non dichiarati per 600.000 euro. Il totale dei compensi non dichiarati al Fisco, per tutte le annualità controllate, ammonta quindi ad oltre 3.200.000 euro.

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