Una folla commossa ad Arzachena per l’ultimo saluto alla piccola Mia

Vissuta appena cinque giorni, ieri i funerali della bimba.

“Mi chiedo cosa ho fatto di male, perché queste cose succedono tutte a me. Perché se gli altri bambini prematuri riescono a sopravvivere, mia figlia Mia non ce l’ha fatta?”. A parlare è Maria Usai, originaria di Alghero e madre della piccola Mia, deceduta l’11 settembre a Sassari, dopo appena cinque giorni di vita. Maria parla anche a nome del padre della bimba, Giangavino Meloni originario di Arzachena.

I funerali della neonata si sono svolti ieri pomeriggio nella chiesa del cimitero di Arzachena, partecipati da molte persone venute anche da fuori per manifestare la loro vicinanza alla giovane coppia. “Vorremmo ringraziare le tantissime persone che ci sono state vicine – dice Maria – e che in tutti questi giorni ci sono stati vicino, in primis le nostre famiglie. Stamattina con il padre siamo andati nella sua tomba e le abbiamo portato i fiori freschi”.

Mia come confermato dall’autopsia fattale dopo il decesso, sarebbe morta a causa di un’infezione che ha causato alla piccola un sanguinamento cerebrale: la piccola ha iniziato a stare male dal terzo giorno successivo alla nascita. Nel corso delle ecografie che Maria ha fatto nei sei mesi di gestazione, nessuna malformazione o complicazione era mai emersa nella futura nascitura. ” Il terzo giorno dopo la nascita di mia figlia spiega Maria – mi hanno fatto firmare un foglio con il quale autorizzavo l’ospedale a fare le trasfusioni sulla bimba: la vedevo ad occhio nudo che stava male.

Ero ottimista – continua la mamma – nonostante mi sono resa conto subito che qualcosa era cambiato rispetto ai due giorni precedenti. Quando sei madre ti accorgi di tutto, anche se la bambina è molto piccola come nel suo caso, pesando appena 600 grammi. Il quinto giorno dopo la nascita, l’11 settembre, il medico mi ha avvisato che Mia era in pericolo di vita. A quel punto ho preso i vestiti che avevo acquistato per mia figlia e li ho donati agli altri bambini ricoverati. Avevo già capito che Mia non sarebbe sopravvissuta”.

Il dramma della morte di Mia ha colpito tutta la comunità di Arzachena il cui parroco ieri ha usato delle parole bellissime nel corso del funerale, come sostenuto dalla madre Maria: ” Mia era in un piccolo baule bianco, con un angioletto sopra. Lo guardavo nel corso del funerale e sentivo mia figlia vicina. Mia figlia dentro di me, non è mai morta. A quest’ora sarebbe stata ancora dentro di me – aggiunge – . Mia mi ha insegnato moltissimo: a valorizzarmi, ad essere più forte, più donna. C’è chi fa i figli per abbandonarli, mentre Giangavino ed io l’abbiamo desiderata. Tutti mi dicono che sono una donna forte, perché ho imparato ad affrontare la vita col sorriso nonostante le difficoltà, ma in realtà la gente non sa quanto stiamo soffrendo il padre ed io. Nel corso del funerale ho pianto quando l’ho vista arrivare, poi le mie lacrime sono finite. Preferisco tenere dentro il mio dolore e tenermi il ricordo di nostra figlia nel momento nel quale dentro l’incubatrice ed io le ho porto il mio dito, lei me l’ha stretto, aggrappandosi a me ed alla vita”, conclude.

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