Le tv nazionali stanno dedicando grande spazio a Giuseppe Contini e Karol Canu tra omertà, indifferenza e nuovi spunti.
Mentre proseguono le indagini, anche con l’utilizzo di elicotteri, non si danno pace i parenti di Giuseppe Contini e Karol Canu, i due ragazzini spariti nove giorni fa a Olbia in una vicenda che assume contorni sempre più inquietanti. Gli inquirenti sembrano propendere per un allontanamento non volontario. Questo per i contorni della sparizione – i due ragazzi hanno lasciato soldi, caricabatterie e altri oggetti di utilizzo frequente a casa – e sulla base di voci e segnalazioni, oltre che per via dell’atteggiamento omertoso ed evidentemente impaurito delle persone che vengono intervistate sul caso.
I coetanei olbiesi dei due scomparsi: “Cavoli loro”.
A “La vita in diretta” su Rai 1 sono presenti la mamma e la sorella di Karol Canu. Scorrono le immagini di una serie di interviste a ragazzini coetanei, alcuni anche compagni di scuola di Canu e Contini. Tutti sembrano impauriti di lasciarsi scappare qualche affermazione scomoda, come se potessero in qualche modo essere “tirati dentro” alla vicenda o subire delle conseguenze. Solo un ragazzo afferma che i due scomparsi potrebbero aver contratto un debito con qualche persona pericolosa. Anche un altro ragazzo ipotizza “problemi con certa gente“. Ci sono anche alcuni “cavoli loro”, “affari loro”, “cose loro”. Una ragazza afferma “sono una amica, ma non devo dire niente”. La sorella di Canu conferma: “Gli amici di mio fratello non dicono nulla. Quando andiamo nelle loro abitazioni le famiglie non gli permettono di parlare con noi. Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni su questo presunto debito, ma nessuna informazione concreta. Gli inquirenti affermano che le indagini stanno proseguendo”.
La criminologa Roberta Bruzzone: “Verosimilmente è accaduto qualcosa di molto grave”.
Nella trasmissione è intervenuta anche la famosa criminologa Roberta Bruzzone, che ha commentato: “Questo significa che qualcuno sa molto bene cosa potrebbe essere accaduto e anche chi potrebbe averlo fatto accadere. Che purtroppo non siamo davanti a un allontanamento volontario e che verosimilmente è accaduto qualcosa di molto grave. Probabilmente la persona o le persone o il gruppo di persone dietro cui si cela la risoluzione del caso spaventano o fanno paura a tutti coloro che qualche informazione in più ce la potrebbero anche avere. Ma che si rifiutano di fornirla per evitare di incappare magari nella stessa conseguenza che hanno subito questi due ragazzi. Questi ragazzi potrebbero essere figli di tutti quelli che vivono lì. Quello che è successo a loro potrebbe capitare anche ai loro figli. Parlare, dare indicazioni, è un modo per proteggere anche gli altri ragazzi”.
Parole che pesano come un macigno sull’intera comunità olbiese, che danno un quadro della vicenda ancor più grave e rendono l’idea di una immagine, che Olbia sta dando di sè, che riporta alle storie di banditismo sardo di decine di anni fa.
Gli appelli contro il muro di omertà.
Anche il papà di Giuseppe Contini alla trasmissione “Quarto grado” su Rete 4 conferma la paura che i ragazzi siano tenuti in ostaggio da qualcuno e rivolge alla popolazione di Olbia un appello contro l’omertà e un invito a chiunque sappia qualcosa a parlare a riferire agli inquirenti qualunque dettaglio, anche minimo, conoscano sulla vicenda. Era intervenuta anche l’Olbia Calcio, nei giorni scorsi, per cercare di rompere il muro di omertà che si è innalzato intorno alla vicenda.
Il dirigente scolastico difende i ragazzini: “Ma quale menefreghismo, solo paura e ansia”.
Sulle interviste ai ragazzini delle scuole è intervenuto Gianluca Corda, dirigente scolastico dell’istituto Amsicora. “Leggo dispiaciuto – ha affermato – commenti sommari sulle dichiarazioni di alcuni nostri alunni oggi all’uscita di scuola trasmessi da una nota trasmissione televisiva nazionale. Qualcuno si è messo nei panni di quei ragazzi e di quelle ragazze, quattordicenni e quindicenni, che stanno vivendo giornate di tensione, paura e ansia per quanto successo a due compagni? Qualcuno ha pensato che i loro commenti, apparentemente di “menefreghismo” per quanto accaduto, nascondano invece la vergogna di ragazzini inseguiti all’uscita di scuola senza volerlo da telecronisti e telecamere senza nessun preavviso e senza l’autorizzazione della scuola e dei loro genitori? E non basta non essere inquadrati nel volto. Qualcuno si è chiesto se tra chi ha risposto, magari con frasi apparentemente distaccate, omertose, ciniche e disinteressate, non ci sia la voce di giovanissimi ragazzi affetti da disabilità, che forse hanno anche fatto fatica a capire cosa stesse accadendo? Come sempre, si fa più in fretta a scrivere un post e un commento che a riflettere. Scusate, ma i miei/nostri ragazzi non si “attaccano” così!”