A luglio in Sardegna quasi un hotel su due non arriva al 10% di riempimento

La ricerca dell’Università di Sassari.

Ancora numeri allarmanti per il turismo in Sardegna. Da un’indagine realizzata da Giacomo del Chiappa, docente di Marketing del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali di Sassari in collaborazione e con il patrocinio di Federalberghi Sardegna emerge tutta la difficoltà degli albergatori dell’Isola.

La rilevazione, svolta in due tempi, la seconda effettuata nel periodo tra il 22 e il 30 giugno, punta a monitorare l’evoluzione del tasso di occupazione e delle cancellazioni, individuare la ripartizione geografica delle prenotazioni, capire quali siano i loro canali di acquisizione e indagare se e in che misura le regole di accesso all’isola e nelle spiagge stiano limitando l’appeal della Sardegna.

I dati sono relativi a un campione di 360 strutture tra hotel ed extra alberghiero. Il primo dato da rimarcare è quello della provenienza. I turisti che hanno prenotato nelle strutture ricettive sarde sono per lo più italiani: il 75%, con dentro il 22% di sardi. Gli stranieri sono solo il 25%, concentrati nella seconda parte della stagione.

Queste prenotazioni determinano un basso tasso di riempimento di tutte le strutture di accoglienza che non supera il 10% delle camere disponibili per il 43% degli hotel a luglio, per il 30% ad agosto, per il 55% a settembre e per il 79% a ottobre. Se si innalza la soglia al 30% delle camere occupate si scopre che il 79% degli alberghi a luglio non la supera, così come il 71% ad agosto, l’84% a settembre e il 92% a ottobre.

Gli hotel tra cancellazioni e camere vuote: giugno mese nero per il turismo in Sardegna

Sono le cancellazioni delle prenotazioni arrivate prima del 3 giugno a dare il quadro della perdita già maturata. Si registra un numero importante di annullamenti: per il mese di luglio quasi il 40% delle strutture ha registrato un calo oltre il 60%, insomma ha perso due prenotazioni su tre. Per gli altri mesi il dato si riduce, ma non è sempre positivo perché gli annullamenti arrivano all’ultimo momento.

Dall’analisi delle risposte arrivate dagli operatori sono stati analizzati anche i canali da cui stanno arrivando le prenotazioni e regalano l’unico dato positivo della ricerca: si ribalta la modalità di prenotazione. Non più agenzie di viaggio o portali web, i turisti preferiscono, in fase post Covid, i canali diretti di contatto con la struttura, primo tra tutti il telefono oltre che la mail e il sito. Nel dettaglio il 54% degli operatori registra la maggioranza delle prenotazioni attraverso il canale diretto, contro il 46% dell’indiretto.

Le criticità

Il capitolo delle criticità più grandi si apre con la domanda sui trasporti. Pensa che le modalità di accesso all’Isola limitino le prenotazioni e le richieste di vacanze in Sardegna? La risposta è netta: sì per il 66,3% degli operatori, no per il restante 33,6%. Ancora più specifico il quesito relativo alle spiagge: gli operatori non trovano sufficientemente chiare (il 66,8%) le regole di fruizione degli arenili.

E sono infine quattro, nell’ordine di importanza, i principali ostacoli che impediscono un’efficace ripresa del turismo: primo tra tutti, come già sottolineato, i trasporti, segue la promozione e della destinazione, una programmazione territoriale efficace e infine la confusione sulle regole di accesso nell’Isola generata inizialmente e che si porta dietro ancora uno strascico di falsata percezione da parte di turisti.

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