L’inchiesta sulla scomparsa di Michael Frison.
Sono passati oltre due mesi dalla scomparsa di Michael Frison, il giovane britannico scomparso il 13 luglio nelle campagne tra Luogosanto e Luras. La situazione nel frattempo si è evoluta. La Procura di Tempio Pausania, insieme ai carabinieri, ha avviato un’inchiesta, superando gli accertamenti che di solito seguono i casi di persone scomparse.
L’indagine non si limita a considerare l’ipotesi di un allontanamento volontario. Ci sono diversi scenari sotto esame. Gli investigatori stanno analizzando conversazioni estratte da messaggi e chat, suggerendo che altre persone potrebbero aver avuto conoscenza della decisione di Michael di avventurarsi nella campagna. Tuttavia, al momento queste rimangono soltanto supposizioni.
La questione più preoccupante è l’assenza di notizie su Michael, originario di Bristol e figlio di madre sarda, da inizio luglio. Anche i cani molecolari, impiegati nelle ricerche, non hanno trovato tracce del giovane, alimentando l’ansia tra familiari e amici.
Un nuovo sviluppo ha messo in luce un possibile coinvolgimento di Michael in un danneggiamento di un impianto fotovoltaico situato nei pressi del campeggio. Il proprietario del terreno ha dichiarato a “Chi l’ha visto?” che quel giorno le telecamere di sorveglianza erano state spente, complicando ulteriormente la ricostruzione dei fatti. Un interrogativo rimane: dove si sarebbe diretto Michael senza vestiti?