Morte di Davide Rossi, la difesa dell’investitore. Cosa può essere successo sulla strada di Putzolu

La morte di Davide Rossi a Olbia.

Presenta ancora molti lati oscuri la morte del 36enne Davide Rossi, olbiese, deceduto giovedì 23 dicembre, probabilmente a seguito di un investimento. L’investitore del giovane è Antonio Paolo Demuro, 66 anni di Tempio, che risulta indagato per omicidio stradale ed omissione di soccorso. Ieri il medico legale Salvatore Lorenzoni ha effettuato l’autopsia sul corpo dei Davide, che parrebbe confermare sia l’investimento che la morte sul colpo.

I risultati dell’esame autoptico sono al momento al vaglio sia degli inquirenti, in primis la compagnia dei carabinieri di Olbia e quella di Tempio, sia degli avvocati Claudia Spano e Antonello Desini, che difendono la famiglia di Davide e l’avvocato Gianmario Lisca, che difende Demuro.

E proprio l’avvocato precisa la posizione dell’assistito. “Il mio assistito si è fermato più avanti rispetto al luogo dell’incidente, dal momento che si è accorto del rumore provocato da un urto, avendo sentito un’ammortizzatore che saliva e avendo spaccato il parabrezza della parte anteriore destra del furgone con il quale era alla guida e si dirigeva, come fa due volte, a settimana a lavorare nello stabilimento di Olbia”, spiega l’avvocato.

Demuro, quindi, si sarebbe fermato, notando il parabrezza spaccato, ma credendo, a suo dire, di aver preso una grossa buca, si sarebbe diretto subito dopo verso lo stabilimento di Olbia e riferisce l’accaduto ai colleghi. Uno di loro, osservando meglio il mezzo, nota che nel parabrezza ci sono dei peli ed entrambi pensano che Demuro abbia investito un cinghiale. Risalendo a Tempio, provano a controllare nelle cunette se trovano l’animale, ma non trovano nulla.

I carabinieri di Tempio, avendo avuto notizia del fatto che Demuro potesse aver investito un cinghiale, ed essendo nel frattempo iniziate dal pomeriggio di giovedì le ricerche di Rossi, chiamano il conducente in caserma, che a quel punto segnala ai militari il luogo dell’impatto, corrispondente a dove venerdì è stato ritrovato esanime il corpo di Davide Rossi, ovvero a 150 metri dal bar Il Botteghino, in località  di Putzolu, dove il giovane era stato avvistato tra le 5.30 e le 6.00 del mattino del giorno prima.

Il bar Il Botteghino si trova andando verso Olbia sulla destra di un rettilineo che invita a correre, se non si conosce bene la strada. La visibilità quella mattina era ottima e sull’asfalto non risultano segni di frenata. “In prossimità del bar, Demuro procedeva sulla sua destra – prosegue l’avvocato Lisca – ed ha rallentato, andando a velocità moderata, e non ha visto né sentito nulla. Demuro guida con prudenza e nella sua vita ha avuto solo qualche piccolo incidente. Il mio cliente e tutta la sua famiglia sono terribilmente affranti da quanto successo”. Sono ancora molti gli interrogativi che al momento non hanno risposta sulla fine di Davide Rossi. Saranno ora le indagini a chiarire cosa è successo.

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