Olbia, favori e influenze per avere finanziamenti pubblici: 8 persone nei guai

Rinviate a giudizio 8 persone tra professionisti e pubblici ufficiali.

La Procura della Repubblica di Cagliari, al termine di complesse indagini eseguite dai finanzieri del Gruppo di Olbia, ha rinviato a giudizio otto, tra professionisti e pubblici ufficiali, chiamati a rispondere dell’accusa di far parte di un gruppo criminale che avrebbe commesso delitti di turbata libertà degli incanti finalizzati ad ottenere illecitamente pubblici finanziamenti.

L’operazione Orsa Maggiore, ha preso avvio nel 2016 da approfondimenti sul Bando del Programma di sviluppo rurale denominato “Strade Rurali”. Gli accertamenti investigativi hanno permesso di ricostruire un sistema basato sullo scambio di influenze utilizzato per ottenere, con largo anticipo rispetto alla pubblicazione, informazioni riservate sul contenuto del bando di gara che prevedeva l’erogazione di complessivi 15 milioni di euro per finanziamenti comunitari assegnati dalla Regione Sardegna.

I professionisti coinvolti si proponevano quali esperti progettisti in grado di realizzare tutti gli elaborati necessari per la presentazione della domanda garantendo il buon esito dell’operazione. La presentazione della domanda, con il sistema “a sportello”, avrebbe consentito un finanziamento dei progetti in misura del 100% premiando l’ordine cronologico delle domande stesse.

Sulla base dei primi riscontri investigativi, la Regione Autonoma della Sardegna ha preferito sospendere precauzionalmente la procedura concorsuale. L’attività investigativa, particolarmente articolata in ragione della metodologia ideata dagli indagati, oltre all’esame documentale, è stata eseguita attraverso attività tecniche, analisi di dati, osservazioni e pedinamenti che hanno consentito, a seguito dell’esito di perquisizioni delegate, di rafforzare ulteriormente il quadro probatorio.

L’azione svolta dal Corpo nel particolare settore della spesa pubblica e sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cagliari ha permesso così di stroncare condotte illecite prima ancora che i fondi fossero erogati, garantendo trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione in un periodo peraltro particolarmente critico caratterizzato dall’emergenza sanitaria in corso.

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