Da Olbia a Tempio la Regione finanzia gli interventi nelle chiese

Interventi per valorizzare le chiese di tutta la Sardegna.

“L’accordo sottoscritto dalla Regione, dalla Conferenza episcopale sarda e dall’Anci è un esempio virtuoso di cooperazione interistituzionale che raggiunge l’obiettivo di valorizzare in modo più efficace i territori attraverso un pieno coinvolgimento di attori locali pubblici e privati“, afferma l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, che prosegue: “ Percorsi che valorizzano il rapporto tra aspetti religiosi e turistici e risposte logistiche alle esigenze degli uomini di fede, recupero di importanti testimonianze architettoniche e culturali: sono risultati concreti di un accordo che si sviluppa anche su altri importanti versanti come quello della coesione sociale, della formazione e delle politiche giovanili”. 

“Cultura, tradizione, storia della nostra terra, di cui anche le chiese secolari sono una testimonianza: con questi interventi valorizziamo le chiese della Sardegna che sono una parte importante del nostro enorme patrimonio culturale, per rendere questi luoghi di nuovo vivi, restituendoli alle comunità e a chi vorrà visitarli”, dice l’assessore Paci. Gli interventi sulle Chiese rientrano, con fondi dedicati, negli accordi di programmazione territoriale e ne seguono esattamente lo stesso metodo. Le comunità locali sono protagoniste assolute, come voluto fortemente dalla Regione: individuano una serie di chiese di grande interesse da valorizzare proprio come attrattori del territorio e, una volta approvato l’intervento e definito lo stanziamento, la Ces raddoppia il finanziamento regionale assicurando la stessa cifra messa a disposizione dall’amministrazione pubblica. “Abbiamo così un duplice risultato: luoghi storici e di culto che rinascono e nuovi cantieri di lavoro”, aggiunge il vicepresidente della Regione.

1,4 milioni in Ogliastra per 6 chiese (Sant’Elena a Lotzorai, Sant’Andrea a Tortolì, S.Giovanni Battista ad Arzana, San Leonardo a Barisardo, Santa Susanna a Osini, Sant’Erasmo a Jerzu); 1,5 milioni in Gallura per 8 chiese (San Simplicio e Sant’Andrea a Luogosanto, San Pietro di Silonis a Luras, San Giovanni Battista e SS. Trinità a Tempio Pausania, Sant’Antonio da Padova a Trinità d’Agultu e Vignola, San Pancrazio ad Aglientu, San Gavino di Petra Baina a Viddalba); 150mila euro nel Marghine per la chiesa di San Pantaleo a Macomer; 1 milione e 730mila euro in Anglona e Bassa Valle del Coghinas per 9 chiese (Santa Maria in Contra a Cargeghe, SS. Trinità di Saccargia a Codrongianos, San Leonardo del Cuga a Ittiri, Sant’Antonio Abate a Nulvi, Spirito Santo a Perfugas, San Michele di Salvennor a Ploaghe, Santa Anastasia a Tissi, Santa Croce a Usini e Sant’Antonio Abate Ossi a Florinas); 500mila euro per 3 chiese di Monte Acuto con l’Unione di Comuni Riviera di Gallura (Santo Stefano e Beata Vergine Immacolata a Oschiri, Chiesa del Rosario a Berchidda).

L’obiettivo finale è quello di procedere alla riqualificazione di circa 100 chiese di tutta l’Isola inserite all’interno di percorsi di valorizzazione e fruizione culturale, turistica e religiosa con il coinvolgimento e l’attiva partecipazione di Comuni e Unioni di Comuni su base territoriale. Un progetto ambizioso che coinvolge tutta la Sardegna e ha mobilitato territori, Diocesi e associazionismo culturale. Con i prossimi accordi da chiudere in autunno si stima di poter intervenire con altri 6 milioni circa su una ventina di chiese, dalla Rete metropolitana del nord Sardegna alla Marmilla, da Meilogu-Villanova a Montiferru Planargia, Sinis e Oristano.

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